Avvenire di Calabria

Servizi per famiglie, persone svantaggiate e aziende: si chiama «Impronte a Sud» ed è proposto da Macramè

Reggio, welfare-lab nel palazzotto storico del re dei videopoker

Redazione Web

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In centro a Reggio Calabria in un bene confiscato alla ‘ndrangheta, esattamente al re dei videopoker, Gioacchino Campolo, sorgerà un welfare lab con servizi per famiglie, persone svantaggiate e aziende. Il progetto finanziato da “Fondazione con il Sud” insieme, per la seconda volta, alla “Fondazione Peppino Vismara”, si chiama «Impronte a Sud» ed è proposto dal Consorzio sociale Macramè. L’obiettivo è quello di attivare un’offerta di servizi rivolti a famiglie, persone svantaggiate ed aziende. Quali?
Uno sportello informativo e di orientamento al lavoro, oltre all’accompagnamento alle imprese sui temi dell’impresa responsabile e uno spazio di co–working. E ancora: un caf e dei servizi di mobilità per anziani. Accanto all’immobile da ristrutturare, sarà creata anche un’infrastruttura digitale: un portale che, tra le varie funzioni, faciliterà l’accesso alle prestazioni sanitarie specialistiche.
Assieme a Macramè ci sono 4 cooperative partner, ma anche tre università come le reggine, “Mediterranea” e “Dante Alighieri”, e “Tor Vergata di Roma”. Altrettanto interessante è il coinvolgimento dell’Ace, il poliambulatorio solidale di Reggio Calabria. Con l’attivazione del progetto sono previsti quindici tirocini formativi e otto inserimenti lavorativi, nell’ambito dei lavori di manutenzione domestica e dei servizi di assistenza alla persona.
Sul tema dei beni confiscati è intervenuto il presidente di Fondazione con il Sud, Carlo Borgomeo: «C’è un dato che ci deve far riflettere e che rischia di spuntare l’arma della confisca nel contrasto alle mafie – spiega Borgomeo – l’Agenzia sta facendo molto bene, ma l’assegnazione finale da parte degli Enti locali alle organizzazioni del Terzo settore deve essere più rapida e contemplare tempi di utilizzo più lunghi. Spesso i beni arrivano in uno stato di completa devastazione, richiedendo sforzi economici ingenti, e gli Enti concedono l’utilizzo del bene solo per pochissimi anni, non permettendo di avviare progetti credibili di valorizzazione». Restando al bando vinto da Macramè serve precisare come la destinazione di tali beni a usi sociali e di pubblica utilità può, e deve, riuscire a produrre effetti importanti sui territori: dalla creazione di lavoro e occupazione, alla riaffermazione del valore etico e civico, alla promozione della cittadinanza attiva e iniziative nell’ambito del welfare di comunità. «Il contributo della Fondazione Peppino Vismara al presente Bando si inserisce nella più ampia strategia di supporto ad iniziative di economia sociale e solidale nel Sud Italia che la Fondazione da anni persegue anche in collaborazione con altri Enti del non profit – dichiara il presidente della Fondazione Paolo Morerio.– La creazione di nuova occupazione, la salvaguardia e la valorizzazione del territorio, l’attivazione di nuovi e sempre più efficaci servizi rivolti alle fasce più deboli della popolazione hanno rappresentato anche in questa quarta edizione del Bando il più concreto esempio di utilizzo sociale dei beni confiscati. Per il futuro – conclude Moreiro – si auspica la possibilità di sperimentare formule innovative del Bando capaci di massimizzare il risultato e rendere sempre più agevole la partecipazione degli Enti del Terzo Settore anche aumentando le risorse a loro disposizione».

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