Avvenire di Calabria

Durante i lavori dell'Assemblea generale elettiva che ha portato alla nomina di Zuppi come nuovo presidente della Cei si è discusso di riforma dei Seminari

Riforma Seminari, cos’è la “Ratio Nationalis” e quando sarà approvata definitivamente

Il documento porta il nome di "Ratio Nationalis" e punta a un'approvazione in tempi brevi: l'obiettivo dei vescovi italiani è arrivare non oltre maggio 2023

di Redazione Web

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Durante i lavori dell'Assemblea generale elettiva che ha portato alla nomina di Zuppi come nuovo presidente della Cei si è discusso di riforma dei Seminari. Il documento porta il nome di "Ratio Nationalis" e punta a un'approvazione in tempi brevi: l'obiettivo dei vescovi italiani è arrivare non oltre maggio 2023.

La Cei discute la "Ratio Nationalis" verso una riforma dei Seminari

Nel corso dei lavori dell'Assemblea generale elettiva della Cei, è stato presentato un primo schema orientativo per la stesura della nuova “Ratio Nationalis” con l’obiettivo di sottoporre il testo completo all’Assemblea Generale del maggio 2023 per la sua approvazione definitiva.

In quest’ottica, entro la prossima estate sarà elaborata una bozza così che la Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata possa giungere in autunno inoltrato, attraverso il confronto con il Consiglio permanente e la Presidenza della Cei, a una prima proposta da sottoporre ai Vescovi.


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Oltre a fornire i punti di riferimento essenziali per le comunità formative del nostro Paese, la “Ratio Nationalis” dovrà anche prevedere alcune necessarie sperimentazioni che, sotto la responsabilità dei Vescovi e delle comunità dei formatori, provino ad accompagnare il processo di cambiamento in atto cercando modalità nuove per formare alla comunione e alla missione i futuri presbiteri.

Nel dibattito, i Vescovi hanno evidenziato la necessità di integrare nel percorso propedeutico esperienze concrete al di fuori dei seminari, così da consentire una full immersion nellavita delle comunità, con il coinvolgimento di religiosi e religiose, laici, famiglie e gruppi di ascolto. In tal senso, lo stile sperimentato con il Cammino sinodale può essere d’aiuto per superare un certo isolamento dei seminari a favore di un’inclusione nella comunità.


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Se da un lato occorre puntare sulla formazione permanente, dall’altro appare chiaro che, per reagire all’inverno vocazionale, è necessario reinvestire sulla pastorale giovanile e vocazionale così come sui percorsi di accompagnamento. Secondo i presuli, diventa strategico migliorare la formazione dei formatori e mettere in rete i Rettori.

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