Avvenire di Calabria

Con la Messa crismale del mercoledì santo iniziano i riti della Settimana Santa che si concluderanno nella notte di Pasqua

Iniziano i riti della Settimana Santa, ecco il loro significato

Un percorso liturgico che scandisce il Triduo Santo da vivere in compagnia di Gesù e del suo martirio per la salvezza di tutti noi

di Redazione Web

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Con la Messa crismale del mercoledì santo iniziano i riti della Settimana Santa che si concluderanno nella notte di Pasqua. Un percorso liturgico che scandisce il Triduo Santo da vivere in compagnia di Gesù e del suo martirio per la salvezza di tutti noi.

Tutti i riti della Settimana Santa

La Settimana Santa è quel periodo di sette giorni che va dalla Domenica delle Palme, giorno in cui si celebra l’arrivo di Gesù a Gerusalemme, al Sabato Santo e alla Domenica di Pasqua, che festeggiano la resurrezione di Gesù Cristo. Appare fin da subito evidente come e perché questi sette giorni siano così importanti per ogni cristiano.

La morte e la Resurrezione di Gesù sono l’apice dell’anno liturgico, il momento più forte e significativo dal punto di vista spirituale e per il percorso di fede di ciascun credente. È nella sua morte e soprattutto nella sua Risurrezione che Gesù dimostra la propria divinità e indica attraverso la propria sofferenza, il cammino verso la speranza della salvezza e della vita eterna.

Non stupisce che le celebrazioni legate a questo evento siano così articolate e protratte nel tempo, e che assumano tratti diversi, ma ugualmente solenni e significativi, in tutte le professioni di fede cristiana.


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Il Giovedì santo

È l’ultimo giorno di Quaresima, ma anche il primo del cosiddetto Triduo Pasquale, che comincia con la messa in Cena Domini di Giovedì santo, e termina con la Domenica di Pasqua. Questi tre giorni rappresentano il tempo centrale dell’anno liturgico e celebrano il Mistero pasquale di Gesù Cristo: istituzione dell’eucaristia, appunto, e poi passionemortediscesa agli inferi e la resurrezione

La mattina del Giovedì santo è dedicata alla consacrazione degli oli santi, ovvero quelli che serviranno per celebrare i Sacramenti, e i sacerdoti rinnovano le promesse fatte il giorno dell’ordinazione.

La sera si celebra la messa in Cena Domini, che ricorda l’Ultima cena di Gesù e dunque l’istituzione dell’Eucaristia. Si tratta di una cerimonia importante, perché vengono benedette anche le ostie che verranno distribuite il giorno dopo. La Cena Domini decreta la fine della Quaresima e l’inizio del Triduo Pasquale.


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Il Giovedì santo festeggia anche l’istituzione del sacerdozio ministeriale e il comandamento dell’amore fraterno. Gesù lava i piedi ai suoi discepoli come estrema forma d’amore. «Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto». (Gv 13,1-5)

Ancora, il Giovedì Santo si celebra la consegna del nuovo comandamento di Gesù, il comandamento dell’amore. “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,34)

Infine, il Giovedì santo la croce dell’altare maggiore viene coperta con un velo bianco e poi viene lasciata velata fino al giorno successivo. Fa parte della Velatio, la velatura delle croci e delle immagini sacre esposte alla venerazione dei fedeli, con esclusione di quelle della Via Crucis. 

«Finita la Messa e prima dei Vespri si coprono le croci e le immagini della chiesa con veli violacei; le croci restano coperte fino al termine dell’adorazione della croce da parte del celebrante il Venerdì Santo, le immagini fino all’intonazione del Gloria nella Messa della Vigilia Pasquale» recita il messale tridentino, frutto del Concilio di Trento. Inoltre la liturgia e accompagnata de momenti di silenzio solenne.


PER APPROFONDIRE: Settimana Santa, le celebrazioni nella Cattedrale di Reggio Calabria


Il Venerdì santo

Il Venerdì santo precede la Domenica di Pasqua e ricorda la passione di Gesù, la sua crocifissione e morte. Prevede l’astinenza dalla carne per i fedeli dai 14 anni di età, e astinenza e digiuno ecclesiastico per quelli dai 18 ai 60 anni. Si tratta dell’ultimo atto di penitenza da parte dei fedeli per preparare il ritorno di Cristo e la liberazione dalla morte.

Il Venerdì santo non si celebra l’Eucarestia. Le ostie che vengono offerte sono state infatti consacrate il giorno prima, il Giovedì santo.

La liturgia del Venerdì santo celebra la Passione del Signore, e prende il nome di celebrazione ”in Passione Domini’. In passato veniva celebrata la liturgia del Venerdì santo alle ore 15:00, ora della morte di Gesù secondo i Vangeli. Oggi viene celebrata nel pomeriggio, in un orario più consono per permettere la frequentazione da parte dei fedeli.

La Liturgia in Passione Domini è composta da tre parti:

  • liturgia della Parola, composta di numerose letture e dalla solenne preghiera universale,
  • adorazione della santa Croce dell’altare maggiore, che viene liberata dal velo con cui è stata coperta il giorno prima;
  • comunione con i presantificati (le ostie consacrate la sera prima). 

Di solito la liturgia del Venerdì santo è seguita dalla Via Crucis, cortei con statue processionali o altri atti di devozione. 

Il Sabato santo

Il Sabato santo celebra il giorno in cui Gesù sarebbe disceso negli inferi. Tale discesa ha visto come protagoniste la divinità di Cristo e la sua anima umana, mentre il suo corpo restava nel sepolcro protetto dal decadimento dalla grazia divina. Durante il tempo trascorso negli inferi Gesù trionfa contro il diavolo e libera le anime dei giusti traendole in Paradiso. Solo una volta compiuta la sua missione anima e divinità tornano a ricongiungersi col corpo incorrotto. È il momento della Resurrezione.

Secondo giorno liturgico del Triduo pasquale, è un giorno dedicato al raccoglimento e alla preghiera. Tutti i fedeli sono in attesa della Resurrezione, che verrà annunciata durante la veglia pasquale che ha inizio al tramonto.

“Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.” (da un’antica Omelia sul Sabato santo).

Nel giorno di Sabato santo non si celebra la messa, l’altare rimane spoglio, a simboleggiare l’assenza di Cristo, il suo essere momentaneamente altrove. L’eucarestia è concessa solo in punto di morte. I sacramenti sono sospesi.

Digiuno ecclesiastico e astinenza dalle carni sono consigliati, ma non obbligatori. 

Dopo il tramonto comincia la Veglia pasquale, con l’accensione del cero pasquale, e la proclamazione della luce di Cristo. 

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