Avvenire di Calabria

Settimana Santa: si avvicinano i giorni del Triduo Pasquale

Si perpetua il Sacrificio dell’Amore che ci rende credibili come Chiesa

di Angelo Battaglia

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«Intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia»

Nel calendario liturgico cristiano, la Domenica delle Palme rappresenta un momento significativo per ogni comunità. Segna l'inizio della Settimana Santa e l'avvicinamento alla celebrazione della Pasqua; tempo in cui i credenti sono invitati a vivere nella propria vita il grande Mistero d’amore per essere testimoni di quel vangelo capace di attraversare gli spazi umani continuamente violentati dal peccato e dalla morte. Con la commemorazione dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme, questa giornata si caratterizza per la riflessione sul significato reale del sacrificio e dell'amore incondizionato del Maestro per l’uomo.


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Nell’Angelus della Domenica della Parola, papa Francesco presentando il cammino in preparazione al prossimo Giubileo del 2025, ha invitato tutti i cristiani ad «intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia e sperimentare la forza della speranza di Dio». La storia di Israele ci insegna il valore del Giubileo. Un tempo in cui è necessario fermarsi per fare riposare il tempo e lo spazio; per restituire misericordia alle ferite dell’umanità; per seminare visioni di fiducia; per ritrovarsi nella comunione con quel Dio che si manifesta in tutta la sua Misericordia nel segno della Passione illimitata per l’uomo.

È nell’esperienza della preghiera che possiamo rileggere questo tempo liturgico; così come attraverso il suo esercizio faticoso e fecondo, saremo aiutati a cogliere nel Giubileo un’opportunità pasquale per la nostra vita. L’incipit del Vangelo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme ci restituisce questo momento della sua vita: «Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi». Il racconto è iconico. Il luogo, il monte degli Ulivi ad est della Città Santa, è testimone di vicende significative della vita del Maestro e dei suoi discepoli, quasi sempre legate all’esperienza del dialogo con il Padre.

Come folgore, il Figlio dell’uomo verrà da oriente (cfr. Mt 24,27), dice la Scrittura, a rischiarare le tenebre della storia. Come Principe di Pace viene in questo tempo turbato dal disorientamento e dalle violenze più efferate, riconsegnando all’umanità la missione di ritornare ad essere umana.
È il monte della Preghiera al Padre insegnato dal Maestro ai discepoli; ma è anche il luogo dove Gesù ci invita a pregare con Lui nella notte dell’ultima Cena dopo aver consegnato il comandamento dell’amore.

Luogo in cui impariamo a riconoscere la nostra fragilità e le nostre inconsistenze e dove facciamo i conti con le nostre letargie. Il monte degli Ulivi diventa cattedra di relazione e di dialogo fiducioso con il Padre che, attraverso l’offerta generosa del Figlio, comunica quell’amore capace di salvare tutti gli uomini. Sarà anche il monte da cui il Risorto “ritornerà” al Padre, affidando a noi il mandato di seminare responsabilmente l'unica Speranza che trasforma la storia.


PER APPROFONDIRE: Settimana Santa a Reggio Calabria, le celebrazioni in Cattedrale con l’arcivescovo Morrone


Nell’entrata a Gerusalemme, la preghiera diventa plastica e prende forma: dai mantelli alle fronde degli alberi scossi al tempo delle acclamazioni. Tutto diventa preghiera! Nell’ “Osanna”, appassionato di lode e di gioia, Gesù è riconosciuto come Signore. È una preghiera importante quella che oggi la liturgia ci consegna nel Vangelo. È la preghiera che apre al grande mistero Pasquale che ogni giorno celebriamo sugli altari del mondo, cantando il tre volte Santo. «Per, con e in noi», si perpetua il Sacrificio dell’Amore che ci rende credibili come Chiesa che anche oggi si impegna a camminare accanto ad ogni uomo alla ricerca di senso e di pienezza.

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