Avvenire di Calabria

Tikhonov, l’iconografo russo innamorato della Calabria

Il curatore della mostra "Icone donate" al museo diocesano parla di sé e racconta i suoi rapporti con la terra calabrese: «La moglie e l'arte mi legano qui».

Sergio Conti

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Dipinge o come si dice in termine tecnico scrive le sacre icone. Sergej Tikhonov è un iconografo di Mosca, molto conosciuto in tutta la regione. Ci porta a scoprire il mondo delle icone. Perché dietro ogni icona c'è da una parte di conoscenza e sensibilità artistica. Ma c'è anche - forse soprattutto - il mondo spirituale, la preghiera perché l'arte sacra ha questa particolarità: per poter eseguire correttamente il proprio lavoro bisogna pregare, digiunare e vivere comunque in sintonia e all'interno della Chiesa cristiana quindi partecipare ai sacramenti. «Essere in tutto e per tutto un membro della Chiesa».
A che età ha iniziato?
«A 14 anni, tutte le scelte più importanti della mia vita arrivano intorno a quell’età. Ho disegnato o dipinto, però prima di allora non avevo mai conosciuto il mondo dell'arte sacra»
Una volta scoperta non l’ha lasciata più.
«Era il 1992 ed era appena caduta l'Unione Sovietica. Questo fatto rese possibile anche la rinascita spirituale e di tutto ciò che concerne l'arte sacra. Vengono istituiti i primi gruppi che non erano ancora vere e proprie scuole iconografiche. Mi ricordo nel mio gruppo c'erano persone di tutte le età e io ero il più piccolo».
E il rapporto con l’Italia come è nato?
«Parte tutto dell'arte perché mi metto a studiare la lingua italiana per leggere libri che mi interessavano sul primo Rinascimento che a Mosca all'epoca esistevano solo in lingua originale.  Poi man mano iniziai a lavorare grazie alla mia conoscenza della lingua italiana, ho lavorato molto con diverse aziende italiane come interprete e traduttore anche al vertice. Fino a quando ho deciso di sviluppare anche la seconda mia passione, quella dell’arte sacra e delle icone, diplomandomi all’Accademia di Belle arti a Reggio Calabria».
Mentre la prima passione qual è?
«Sono laureato a Mosca in ingegneria aerospaziale»
Due strade diametralmente opposte, la scienza e l’arte.
«Forse, ma ormai ho scelto l’arte»
E l’amore, dato che si è trasferito qui.
«Laura, mia moglie è di Reggio Calabra. Ci siamo conosciuti a Mosca, perché lei è una studiosa della storia e della letteratura russa. Lei parlava perfettamente il russo, io parlavo l’italiano…»
Vi siete capiti, insomma.
«Non è stato un incontro casuale, io ci ho sempre visto una volontà divina in questo incontro. Senza di questo non mi sarei mai trovato a Reggio, in Italia probabilmente sì, ma la Calabria era un po’ fuori dalle rotte tradizionali del turismo culturale dell’epoca».

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