Avvenire di Calabria

È originario di Masella di Montebello Jonico, Gianni Crea ci accompagna in un viaggio virtuale nella Cappella Sistina

Tra i corridoi dei Musei Vaticani con il clavigero Gianni Crea

di Francesco Chindemi

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Chi è il clavigero dei Musei Vaticani? Una figura da poco "riscoperta" che si muove tra le sale più importanti della Città del Vaticano, in cui sono custoditi i capolavori di inestimabile valore artistico e culturale. Non tutti conoscono un particolare, legato al custode delle "chiavi" del Papa. Ci si è mai chiesti quali siano le sue origini. Una storia che inizia dalla Calabria, dalla provincia di Reggio. Per la precisione da Montebello Jonico e dalla frazione Masella. Perché è di lì, originario Gianni Crea.


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Le chiavi delle numerose porte e portoni dei suoi musei sono 2.797. La giornata lavorativa di Gianni Crea inizia alle prime luci dell’alba. Alle 5 del mattino, dal lunedì al sabato, il “clavigero” vestito in modo impeccabile apre la cassaforte in cui è sigillata in una busta la chiave della Cappella Sistina. Poi inizia il suo giro, aprendo le stanze, le sale e i corridoi dei Musei Vaticani. Da oltre vent’anni, sono ben 247 cancelli e porte aperte ai visitatori di tutto il mondo, per consentire loro di ammirare opere uniche e di straordinaria bellezza.

Vuol dire avere una grossa responsabilità. «Alla base della quale - ci spiega Crea - ci sono i valori che ho ereditato dai luoghi d’origine della mia famiglia, in cui ho trascorso i primi anni della mia vita».

Cos’è la prima cosa che fa quando si reca al lavoro?

Quando arrivo, attorno alle 4.45, preparo subito le chiavi. Poi provvedo a fare una prima ispezione, in attesa dell’arrivo dei primi venti visitatori attorno alle 6 del mattino.

Quanti chilometri percorre al giorno?

Sono all’incirca sette che diventano quattordici considerato solo il percorso legato alle visite, ma anche per le ispezioni dei magazzini e degli uffici, la verifica dello stato dei luoghi e, soprattutto delle serrature.

Qual è la chiave più antica che tiene in mano?

Risale al 1770 e apre il Museo Pio Clementino, il primo dei Musei Vaticani, a costituirne l’antico nucleo originario. La chiave più importante è, però, quella della Cappella Sistina e risale al 1870. Qual è la sua maggiore soddisfazione a fine giornata? È vedere nel volto dei visitatori gioia per quanto ammirato, pur non essendo credenti. In Cappella Sistina, si inginocchiano quasi tutti. A dimostrazione di come l’arte abbia il potere di riunire tutti i popoli, a prescindere dal credo religioso. Per questo, mi ritengo soddisfatto per aver nel mio piccolo contribuito a tutto questo.

Le capita anche di incontrare qualche conterraneo in visita ai Musei Vaticani?

Io sono molto legato alla mia terra d’origine di cui parlo ogni qualvolta ce ne sia occasione. Non ho esitato ad esordire parlando di essa, in tutte le interviste che ho rilasciato ai giornali esteri interessati alla mia figura di clavigero. Lo faccio anche quando qualcuno si sofferma dinnanzi all’antica mappa della Calabria esposta nella galleria dei Musei Vaticani. Capita spesso di incontrare calabresi e quando scoprono che anche io lo sono rimangono stupiti. Con grande piacere loro e, soprattutto, mio.

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