Avvenire di Calabria

Tracce di umanità oltre il tempo e lo spazio

Padri e figli: storie inattese che a volte affiorano tra le righe della cronaca

Paolo Bustaffa

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

A volte in un giornale cartaceo o elettronico si scopre una pagina diversa dalle altre. Non ci sono notizie su venti di guerra, sbarchi, attentati, polemiche politiche, mercati e mercanti, partite di calcio.
Si parla di padri e di figli, si parla di vite che s’incrociano, s’interrogano, si scontrano e s’incontrano.
Marco e Hervè Barmasse, padre e figlio, alpinisti, scalatori audaci di Cervino e Monterosa. Vittorio e Nico Malingri, padre e figlio, velisti e navigatori solitari di Oceani. Uniti nell’avventura, uniti nella capacità di stupirsi, uniti nella conquista di record, uniti ancor prima nell’avventura della vita vissuta come una scalata oppure come una traversata.
Uniti più dagli sguardi e dai gesti che dalle parole.
Insieme, padri e figli in un abbraccio tra “vecchio” e “nuovo” che sorprende per la sua capacità di trasformare un dialogo intergenerazionale in un dialogo rigenerazionale. Non solo, infatti, un confronto tra diverse età che rimangono ferme nelle loro certezze e nei loro dubbi, ma un’occasione unica perché le diverse età si aprano a impensati orizzonti, diventino generative di bellezza.
Sono molte le storie che raccontano questo cammino che non raramente attraversa la sofferenza.
A pochi giorni di distanza dal racconto di padri e figli avventurosi s’incontra sullo stesso quotidiano la storia triste di Saverio De Sario, un padre che, dopo quattro anni di carcere per accuse di violenza da parte dei due piccoli figli, usati per vendetta dalla moglie, viene liberato perché gli stessi figli dichiarano di non essere mai stati sfiorati dal padre.
“Se non sono morto in cella – dice l’uomo – lo devo ai miei figli e al loro coraggio di dire la verità”.
Nella pagina precedente, nel contesto di servizi dedicati alle Dat, Disposizioni anticipate di Trattamento, appaiono la foto e le parole di Edorado Bonelli, di Torino, paralizzato a 17 anni a causa di un incidente. Ammette di aver pensato al suicidio ma di aver respinto questa ipotesi. Ora, senza giudicare chi sceglie diversamente, dice di aver deciso di percorrere la strada di “una razionale speranza proiettata nel tempo, senza limiti, senza utopie”.
Parole di un giovane, parole che fanno riflettere su una paternità che va oltre l’età e diventa uno scambio inatteso e sorprendente di valori essenziali.
“Un padre e un figlio in un solo abbraccio squarciano il tempo, vanno oltre lo spazio”: si potrebbero riassumere così questi frammenti colti in un giornale di aprile. È il pensiero di un cantautore che, pur con licenza poetica, lascia affiorare un mistero d’amore tra le righe della cronaca.

Articoli Correlati

Se essere famiglia è una vocazione

La testimonianza al centro di una rinnovata prospettiva di pastorale familiare, tra gli interventi: l’arcivescovo reggino e presidente Cec Morrone e il vescovo di Mileto Attilio Nostro.

Tags: