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Un gesto simbolico e condiviso in un momento storico particolarmente difficile per l'umanità
La scorsa settimana presso i ruderi del Monastero San Filippo d’Iriti a Pellaro si è svolta una cerimonia di piantumazione di un albero di Ulivo in segno di Pace promossa dall’Associazione Jamu, rappresentata dal suo segretario Giuseppe Laganà. Ed alla presenza di numerose personalità come il diacono Mario Casile Direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo ed il Dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria, don Yves Pascal Nyemb parroco della Parrocchia Santa Maria del Lume di Pellaro, il Prof. Domenico Minuto storico italiano e cittadino onorario di Gallicianò e di San Lorenzo e l’Avv. Eliana Carbone Opinionista culturale reggina.

Era inoltre presente la Prof.ssa Francesca Martorano dell’Università Mediterranea della Calabria e Vicepresidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria.
L’Avv. Eliana Carbone ha spiegato che il suo viaggio tra fede, natura, lingua grecanica è iniziato a Seminara e continuato a Gallicianò, poi presso la chiesa di San Paolo dei Greci a Reggio Calabria. Quindi Stilo, Gerace e non potevano mancare dunque le rovine del Monastero d’Iriti risalente all’XI sec. e fondato da monaci basiliani. Il diacono Mario Casile è intervenuto spiegando che «Venire in questo luogo, in questo Monastero davanti a questo albero d’ulivo ci richiama al nostro compito di cristiani e di uomini di buona volontà, promuovendo la pace tra di noi, tra cristiani, tra persone di diverse religioni perché l’Umanità è fatta per essere celeste e noi attraverso questi segni della pace e della riconciliazione vi possiamo approdare da soli con l’aiuto di Dio e in questo regno di Pace».
Invece il Parroco don Pascal ha voluto evidenziare come parlare di Pace oggi è molto importante e che tutte le persone dovrebbero adoperarsi per essere operatori di Pace perché ognuno di noi si dovrebbe impegnare per costruire qualcosa di bello e di buono e ha precisato inoltre che l’Ulivo gli fa sempre ricordare quel ramoscello di ulivo che la colomba portò, dopo il Diluvio universale, a Noè come segno di pace e della fine dei conflitti.
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Il Professore Minuto ha invece riferito che questo luogo, il Monastero San Filippo d’Iriti è fondamentalmente un luogo di grazia perché i suoi ruderi pregano e pregano nel silenzio e quindi qui si avverte che l’anima si arricchisce e questa è per lui la realtà più profonda. Giuseppe Laganà ha invece spiegato che il gesto, concreto e nello stesso tempo simbolico, della piantumazione dell’ulivo è indirizzato ad esprimere il contributo che ciascuno di noi come persona, come comunità, può dare alla costruzione della Pace e San Filippo d’Agira era un uomo di pace.
«Per cui – ha spiegato - rifarci a queste radici per noi è un valore importante per il presente e per il futuro». L’Avv. Eliana Carbone in conclusione ha aggiunto: «Tra queste pietre ancora venerande ci sono stati su richiesta del Prof. Minuto due minuti di grande silenzio in ricordo di tutti i Monaci e Santi Italo -Greci che hanno abitato ed hanno dato linfa alla Calabria con il silenzio, con la preghiera e con l’amore per il Creato».

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