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Reggio Calabria pregherà questa sera accanto alle donne sfruttate. Un'occasione per recitare insieme il Rosario ed allo stesso tempo denunciare una condizione di sfruttamento che vede tante donne e ragazze «spogliate» della loro dignità.
Il momento di preghiera sarà celebrato questa sera alle 21 a Piazza Sant'Agostino. Tutti i partecipanti, guidati dall'arcivescovo Fortunato Morrone, pregheranno il Rosario.
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L’iniziativa, ormai diventato un appuntamento tradizionale durante il tempo di Avvento, è promossa dalla Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova e ha come finalità stare accanto alle donne in difficoltà e sostenere la preziosa opera svolta dall’unità di Strada della Chiesa reggina denominata “Delicati segni di speranza”. Unità da anni al fianco di donne e ragazze schiavizzate dalla rete della prostituzione, non solo di strada.
La frase scelta per accompagnare la riflessione di quest’anno è «…E vennero ad abitare in mezzo a noi Con Maria accanto alle donne in difficoltà». L’intento della Veglia, ma ancora di più del servizio svolto dall’Unità di Strada “Delicati segni di speranza” è appunto stare accanto alle donne che, come sottolineato dall’arcivescovo Morrone lo scorso anno, «non hanno nessuno che le possa difendere da chi le mortifica, monetizzandone la vita».
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«Il tema di quest'anno è un invito anche a non spegnere la luce sui continui sbarchi che spesso alimentano la tratta di giovani donne destinate ad essere sfruttate anche sessualmente», spiega suor Eva Furiani, superiora della suore Francescane Alcantarine di Archi e coordinatrice dell’unità di strada.
Non è un caso sia stata scelta Piazza Sant'Agostino: «da anni punto di incontro di tante donne straniere che giungono in Italia in cerca di fortuna, ma spesso a cadere nella morsa di persone crudeli e senza scrupoli». Da qui la rinnovata preghiera anche per cercare di portare luce anche laddove non arriva: «nel chiuso degli appartamenti, dove purtroppo tante ragazze continuano ad essere sfruttate», afferma ancora suor Eva.
Da qui l'invito a partecipare in tanti a questo momento che non è solo di preghiera, ma di forte denuncia come ebbe a dire un anno fa lo stesso arcivescovo Morrone: «denuncia, ma anche una richiesta al Signore, attraverso l’opera svolta da chi aiuta queste donne, perché la società civile tutta possa riscoprire il valore del rispetto della vita umana».
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