Avvenire di Calabria

La testimonianza del Clan Wojtyla Agesci di Reggio Calabria 17 della parrocchia di San Giorgio Martire

Agesci reggina, condivisione con la Caritas greca [FOTOGALLERY]

Redazione Web

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Pubblichiamo la testimonianza del Clan Wojtyla Agesci di Reggio Calabria 17 della parrocchia di San Giorgio Martire che ha partecipato al progetto "Gemellaggi Solidali" tra la Caritas reggina e il corrispettivo della città greca di Tinos:

Il progetto "Gemellaggi Solidali" ha come principale obiettivo quello di creare una rete di relazioni tra le diocesi italiane e quelle greche, e noi, del clan Wojtyla Agesci del Reggio C. 17, siamo stati sedotti da questo sogno e ci siamo ritrovati a fare un campo di servizio a Tinos.

In questa piccola isola della Grecia, siamo stati accolti da Stella e Antonis, volontari della Caritas e subito abbiamo percepito quel legame che deriva da ideali comuni come il servizio verso il prossimo e l’amore nei confronti dei più bisognosi.

La prima esperienza ci ha visto protagonisti dell'animazione di circa cinquanta bambini del Grest di Padre Giovanni, sulla spiaggia di Santa Margherita.

Ci siamo avvicinati a loro timidamente e li abbiamo invitati a fare dei tuffi e, grazie al coraggio di alcuni, tutto il gruppo si è lanciato tra le nostre braccia. É stato un continuo divertirsi fino a sera con canti, bans e giochi.

Con Antonis abbiamo ordinato l'emporio della Caritas, soprattutto i vestiti che i cittadini di Tinos donano per i più poveri.

Abbiamo avuto la possibilità di incontrare gli anziani dell’isola, un momento indimenticabile. Ci hanno emozionato con le loro storie sulla guerra e sul rapporto di complicità con i soldati italiani anche se su fronti opposti. Abbiamo imparato da loro a ballare il sirtaki ed abbiamo insegnato la tarantella calabrese. Ci hanno chiesto di cantare “Bella Ciao”, “O sole mio”ed abbiamo ascoltato dei loro canti tradizionali.

Abbiamo avuto occasione di vivere la festa di Xinara nella solennità di San Pietro e Paolo , un momento indimenticabile per le sensazioni che abbiamo percepito. Abbiamo ascoltato la messa del vescovo e subito dopo, già sulla porta della Chiesa, è iniziata la festa con lakì e meringhe. Come da usanza, tutti hanno provato a suonare le campane a festa. Anche noi ci siamo cimentati, con poco successo, ma è stata una bellissima occasione per immergerci nel contesto. Siamo stati invitati a cena da una famiglia del paese e proprio attorno alla tavola ci siamo accorti del vero senso di essere gemelli negli usi, nei costumi, nelle pietanze, nelle tradizioni e nella fede. Parlavano in Greco ma capirsi non è stato difficile, abbiamo usato il linguaggio del cuore. Ogni parola delle donne della casa era un modo per dire “settati e mangia” e gli uomini della casa riempivano i bicchieri di vino brindando alla nostra presenza. Si respirava l'aria di casa.

Prima di lasciare il paesino di Xinara abbiamo dovuto visitare tutte le case dove c'erano i festeggiamenti. Ogni famiglia accogliendoci con sorrisi, abbracci e applausi, ci  offeriva qualcosa e questo spirito di accoglienza ci ha entusiasmato.

Cenando con il direttivo della Caritas di Tinos abbiamo vissuto lo spirito profondo di questo gemellaggio. È stato tutto pura condivisone: di obiettivi, di emozioni, di tempo, di impegno e di gioia.

È stato un viaggio alla scoperta di relazioni autentiche e di solidarietà.

Eravamo lì con lo scopo di allargare i nostri orizzonti della carità e la comunità cattolica dell’isola ed il suo vescovo si sono attivati rendendo questo sogno realizzabile e questi giorni indimenticabili.

Nel ringraziare questa comunità, piccola nei numeri ma immensa nell'accoglienza, abbiamo percepito la ricchezza dell'incontro è del condividere.

Noi, tutto questo, lo porteremo nel cuore per sempre.

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