Avvenire di Calabria

Nel tempo dei social, i genitori si interrogano sulla qualità dei legami dei propri figli

Spazio genitori, l’analisi dello psicologo Gianni Trudu: amicizia ai tempi dei Social, ecco cosa c’è da sapere

Riflessioni e domande per madri e padri alle prese con figli sempre connessi ma spesso soli

di Gianni Trudu

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

La paura più ricorrente dei genitori riguarda le frequentazioni dei figli, le amicizie. Li vedono immersi nelle chat, circondati da centinaia di “amici” virtuali ma sembrano soli.

Ti è mai capitato di sentire tuo figlio parlare al telefono e cercare di capire chi è dall’altra parte? Oppure, vederlo chattare senza sapere con chi? E, se chiedi, sentirti dire «Con un amico» .

E poi ti domandi: «Ma sono davvero amici? Sa cosa significa amicizia?».

Se le paure si nutrono di ciò che è sconosciuto, proviamo a fare un po’ di chiarezza sull’amicizia ai tempi dei social.



L’amicizia nell’era digitale: quando i numeri sostituiscono i sentimenti Nell’Enciclopedia della Psicologia, curata da U. Galimberti, l’amicizia è definita: «Sentimento che scaturisce dall’incontro tra due o più persone che percepiscono una comunanza di interessi, di valori e di ideali e che per questo stabiliscono delle interazioni intime fondate sulla comprensione e sulla fiducia reciproca» .

Oggi questo concetto è stato profondamente trasformato dai social media.


PER APPROFONDIRE: Fake news e infosfera: come aiutare i figli a distinguere il vero dal falso


Facebook, in particolare, introducendo le espressioni “dare” o “togliere l’amicizia” ha finito per falsare il senso profondo dell’amicizia. L’amicizia si dà e si toglie come se si agisse su un interruttore, acceso/spento.

Quando ascolto adolescenti o giovani che mi parlano di amici su Facebook pongo la domanda: «Amici?». Propongo una riflessione su cosa è l’amicizia e allora si procede al ribasso. Quelli che prima erano considerati amici diventano “conoscenti”. Se si gratta la superficie ci si rende conto che non si conoscono neanche.

L’amicizia, così, è stata inflazionata perdendo la sacralità che un tempo la caratterizzava.

I nostri figli crescono in questo panorama confuso, dove l’amicizia viene misurata in numeri: quanti follower hai? Quanti like ricevi?

L’amicizia non può essere quantificata da un algoritmo.

Il viaggio dell’amicizia: dalle prime scoperte alla gioventù L’amicizia è un sentimento che si costruisce durante la crescita dei nostri figli.

Nei primi anni di vita, l’amicizia è un concetto embrionale. I bambini piccoli vivono quello che gli psicologi chiamano “gioco parallelo”: stanno insieme ma ognuno segue il proprio mondo immaginario, fa il proprio gioco.

Questa fase si basa principalmente sulla vicinanza fisica e sulla condivisione di attività piacevoli: “Sei mio amico perché giochi con me”.

Nell’età scolare i bambini iniziano a cercare attivamente i compagni, formano gruppetti, vivono le prime esclusioni e inclusioni.

È l’età dei “migliori amici”, delle promesse eterne (“ Saremo amici per sempre!”), ma anche dei tradimenti che sembrano la fine del mondo. Cercano qualcuno con cui condividere avventure e segreti.

Emergono anche le prime dinamiche di gruppo, talvolta crudeli. Il bullismo trova spesso qui le sue radici, quando l’appartenenza al gruppo diventa più importante dell’individualità.

La preadolescenza è la stagione delle tempeste emotive. L’amicizia diventa cruciale per la costruzione dell’identità.

I preadolescenti cercano negli amici uno specchio in cui riconoscersi, un porto sicuro dove rifugiarsi dalle tempeste. Le amicizie diventano intense, esclusive, a volte escludenti.

È anche l’età in cui i social fanno ingresso prepotente nella vita dei ragazzi, complicando ulteriormente il panorama relazionale.

L’adolescenza, invece, è l’epoca delle grandi amicizie e delle grandi delusioni. Gli amici diventano la famiglia scelta, quella con cui condividere ribellioni, sogni, paure.



In questa fase, l’amicizia assume spesso caratteristiche romantiche: ci si innamora degli amici, si vivono gelosie, si sperimentano le prime grandi perdite affettive. È l’età in cui si forma il gruppo dei pari che diventa punto di riferimento per scelte, valori, comportamenti.

Ma è anche l’età delle prime grandi delusioni, quando si scopre che l’amico del cuore può tradire, che i segreti condivisi possono diventare armi, che la lealtà non è sempre reciproca.

Nel prossimo Spazio genitori, considereremo il ruolo dei genitori.

Per informazioni, sollecitazioni o domande scrivere a info@giannitrudu.it

Articoli Correlati