I borghi dell'area grecanica potrebbero essere una delle chiavi di volta per rileggere il futuro del territorio
Archeotrekking: il rilancio passa da un viaggio a piedi
6 Giugno 2020
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di Domenico Guarna* - Ci siamo sempre detti che in Calabria e nell'Area Metropolitana di Reggio, le bellezze del territorio, spesso vengono trascurate perché gli stessi residenti o quel minimo di flusso turistico estivo (spesso anche reggini o calabresi di ritorno) disconoscono o banalizzano, il patrimonio culturale e naturale che la storia ed il buon Dio (o chi per lui) ci hanno donato. Da questo punto di vista, il turismo di prossimità, il bonus vacanze, la possibilità di attrarre da regioni limitrofe fornendo servizi all'altezza, non vi sembrano tutti elementi sui quali puntare?
Forse la carta di un approccio lento alle bellezze delle nostre contrade può offrire una freccia in più nella faretra della nostra offerta turistica. Appare palese, anche ai non addetti ai lavori, che il forte ritardo accumulato dal sistema dei trasporti sia verso la Calabria che all'interno della medesima regione, pregiudica pesantemente la reale forza turistica della nostra terra. Le potenzialità dei tre parchi nazionali, Sila, Pollino ed Aspromonte con quello regionale delle Serre (senza dimenticare le riserve marine) risultano ad oggi, un patrimonio inestimabile ancora scarsamente conosciuto, data l'immagine prevalente di una Calabria terra esclusivamente di mare.
Risulta oltremodo evidente che tutto il patrimonio delle nostre aree interne, fatto di borghi, architetture millenarie, ambienti ancestrali ed integri, specialità enogastronomiche, sia ancora poco conosciuto dal grande pubblico.
La nostra è una terra che accanto al turismo mordi e fuggi, fatto quasi di blitz, può affiancare un'offerta lenta, fatta di escursioni ed esperienze sia in ambito urbano che naturalistico, capace di far entrare i potenziali visitatori nell'anima più recondita di questo lembo di terra. E' giunto forse il momento (e credo sia giunto da un pezzo) di fare quel salto di qualità, che trasforma una terra abituata a parlare di turismo, in una che di turismo vive.
Questa è una sfida che impegna tutti, amministrazioni, operatori, mondo della comunicazione. Dalle amministrazioni ci si attende un forte impulso nel sistema dei trasporti, pensiamo ad un treno della Magna Grecia sul nostro litorale ionico. Ma se si vuole sognare in piccolo, magari un sistema integrato di car sharing che permetta di superare le difficoltà di raggiungere alcuni luoghi interni, oppure integrare con alcune fermate strategiche (con le opportune opere) nei luoghi identitari (parco Archeoderi, Locri o la villa romana di Casignana ad esempio) le corse dei mezzi già esistenti.
Un altro interessante spunto che meriterebbe un approfondimento risulta essere l'offerta integrata dei vari attrattori culturali, attraverso biglietti unici, che permettano accessi e magari anche spostamenti. Potrebbero diventare motivo in più per prolungare la permanenza. Agli operatori di settore, afflitti da una crisi senza precedenti, non si può che chiedere di resistere e magari uscire da quella rassegnazione tipica, svecchiare un po' la mission e praticare una via meno individualista, basata su un'offerta integrata con standard alti. All'informazione, il compito di promuovere questa terra dalle numerose risorse, nella quale però spesso, è l'albero che cade e non la foresta che cresce a far notizia.
Oggi il primo incontro organizzato dall’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso di Reggio Calabria – Bova con gli enti e le realtà associative del territorio.
Domenica e Fiorinda Calabrò raccontano la storia e le tradizioni del borgo dell’Area grecanica di Saline Joniche. Alla presentazione saranno presenti ben sei relatori che discuteranno col pubblico.
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