Avvenire di Calabria

L'annuncio mediatico del primo cittadino Falcomatà non è stata ben digerito dagli organizzatori

Arghillà, salta il sit-in: associazioni si «smarcano» dal sindaco

Federico Minniti

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Passeggiata «tra i diritti negati» ad Arghillà (clicca quì per l'annuncio dell'iniziativa) rinviata a data da destinarsi. Con una nota stringatissima, gli organizzatori - un cartello di quasi 40 associazioni - ha comunicato l'impossibilità di realizzare la manifestazione prevista per l'8 febbraio nel quartiere periferico di Reggio Calabria. «Il Comitato promotore considerato il breve preavviso organizzativo, a fronte delle numerose adesioni, fin ora pervenute, al fine di concertare ed estendere ulteriormente la partecipazione civica, rinvia a data da definirsi la prima passeggiata per i diritti». Questa la comunicazione inoltrata alla stampa poco più di 24 ore dopo dell'ufficialità di questa iniziativa.

 
Una modalità e un tempismo che lasciano immaginare altro. E non si tratta di dietrologia, ve lo garantiamo. Spifferi dal Comitato promotore, in realtà, parlano di motivazioni ben più radicali dietro alla scelta di rinviare una manifestazione che - ad onor di logica - auspicava le «numerose adesioni» e, in nome di esse, non può realisticamente tirarsi indietro. C'è qualche adesione - o un annuncio di adesione - che ha destato più di un dubbio tra i promotori. Anzi, diciamola tutta: l'uscita mediatica del sindaco Falcomatà non è stata affatto digerita. «Arghillà - ha scritto il primo cittadino nel suo comunicato - è nel cuore di un’amministrazione che fa dei quartieri popolari il proprio stimolo e punto di forza. Abbiamo più volte bonificato la zona. È qui che si sono insediati i primi orti urbani. È ad Arghillà che abbiamo dato nomi a strade senza anima e identità, dove ha ripreso smalto e vigore la fantastica esperienza di Ecolandia, dove la nuova Piazza Modenelle ha fatto da apripista ad un lavoro di rigenerazione del quartiere».
 
Insomma, un «paese di Bengodi» che passeggia...tra i «diritti negati». Delle due l'una: o il sindaco vede una realtà parallela oppure il Comitato promotore dell'iniziativa è abbacinato dal più grigio dei disfattismi. Né l'una né l'altra, probabilmente. Ma agli uomini e le donne de «Ultima fermata Arghillà» quel comunicato è sembrato una strumentalizzazione. A tal punto dal fermarsi. Hanno avuto, in sintesi, la stessa reazione di quando ci interrogavamo sull'uso improprio del «Nessuno escluso mai» di don Italo Calabrò da parte del sindaco (clicca quì per leggere la nostra riflessione). All'epoca fece comodo "leggere" la nostra riflessione (e conseguente richiesta di confronto) come una posizione ideologica contro qualcuno. Oggi sono diverse associazioni a "smarcarsi" dall'ennesimo tentativo del sindaco di cavalcare un'iniziativa senza colori partitici e che proprio alla politica lancia il proprio grido d'accusa: gli ultimi non vengano abbandonati, nessuno escluso mai!

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