Avvenire di Calabria

L'Ordine nazionale e regionale degli Assistenti sociali denuncia un nuovo caso di ''caporalato professionale''

Assistenti sociali: «Comune di Reggio Calabria, viola la legge»

Redazione Web

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“Ancora una volta dobbiamo assistere al tentativo di una Amministrazione pubblica – in questo caso il Comune di Reggio Calabria – di ottenere prestazioni professionali qualificate attraverso la formula del lavoro volontario e gratuito (Leggi qui la prima denuncia a firma del Forum territoriale del Terzo Settore). Abbiamo segnalato agli amministratori reggini che l’avviso pubblico finalizzato ad individuare dieci assistenti sociali volontari e due psicologi volontari per “supportare gli operatori del Settore nella gestione dei casi in carico e per implementare la qualità dei servizi già esistenti nel Settore Welfare, al fine di migliorare lo svolgimento delle attività inerenti la gestione dell’elevato numero di casi in carico” a nostro avviso viola in modo palese – oltre che la dignità dei professionisti e la qualità del servizio reso ai cittadini, che devono essere garantiti soprattutto se più fragili – anche la recente legge sull’equo compenso che vieta espressamente la possibilità di richiedere prestazioni professionali senza una idonea e adeguata remunerazione, configurandosi come una vera e propria iniziativa di caporalato intellettuale e professionale.”

Così, in una dichiarazione congiunta il Presidente del Consiglio nazionale degli Assistenti sociali, Gianmario Gazzi, e il Presidente del Consiglio dell’Ordine della Calabria degli assistenti sociali, Danilo Ferrara.

Gazzi e Ferrara ricordano che  “se l’iniziativa è mirata a migliorare le competenze e a facilitare l’acquisizione di esperienze, è necessario che il Comune ritiri con effetto immediato il bando che, anche con la collaborazione dell’Ordine degli Assistenti sociali e avvalendosi delle nostre competenze, potrà essere riscritto tenendo sempre presente che il volontariato è un valore aggiuntivo e mai sostitutivo delle risorse professionali esistenti.”

“Se invece – concludono i due Presidenti – il bando, come anche si evince dalla lettura del testo, mira ad un rinforzo dei Servizi, occorre tener presente che per questa specifica esigenza sono previste apposite risorse economiche già stanziate e rese disponibili agli Enti locali a valere sui fondi PON, il Programma Operativo Nazionale e quindi le prestazioni non potranno non essere idoneamente retribuite.”

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