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Il consiglio metropolitano di Reggio Calabria "aperto" agli amministratori di circa un terzo dei comuni del comprensorio metropolitano (rappresentanti di 330 mila residenti dell'area) dice no a maggioranza (con un solo voto contrario) all'autonomia differenziata.
Il dibattitto sul regionalismo "ridisegnato" dalla riforma Calderoli è approdato in punta di Stivale. Ha coinvolto gli amministratori della città metropolitana di Reggio Calabria, a cui hanno aderito i rappresentanti di circa 330 mila abitanti dell'area.
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Alla fine, a maggioranza e con un solo voto contrario, è stato sottoscritto un documento «critico» che impegna il sindaco facente funzioni, Carmelo Versace, «a intraprendere ogni iniziativa per contrastare» il ddl sull'autonomia differenziata, almeno fino a quando non siano definito il percorso istituzionale attraverso il coinvolgimento delle Città Metropolitane e il sistema delle Autonomie Locali per la corretta definizione, attraverso una fonte legislativa primaria, dei Livelli essenziali delle prestazioni su base nazionale e tenendo conto dei limiti storici delle Regioni più in difficoltà attraverso l'istituzione di un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per sostenere i territori con minore capacità fiscale pro capite, come indicato dal terzo comma dell'articolo 119 della Costituzione».
Inoltre, «fino a quando non saranno ridefinite le materie oggetto di riforma, per alcune delle quali, sanità istruzione e ambiente, si ritiene necessario - è emerso ancora dal dibattito - che rimangano nella potestà legislativa statale».
PER APPROFONDIRE: Autonomia differenziata, la posizione di Occhiuto spacca la Calabria
L'aula, inoltre, ha dato mandato al sindaco metropolitano facente funzioni di trasmettere il documento a tutte le amministrazioni comunali della Città Metropolitana affinché «si determinino in ordine al disegno di Legge Calderoli». Infine, lo stesso sindaco metropolitano «dovrà farsi promotore di organizzare, unitamente a tutti i sindaci, una manifestazione pubblica che coinvolga tutte le forze sociali, gli studenti, le associazioni rappresentanti dei Lavoratori e le categorie produttive del territorio metropolitano».
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Sono stati giorni anche di scambio di conoscenza ed esperienza sul campo per i presenti
Ad illustrarlo il commissario della Fondazione Anton Giulio Grande e il direttore Luciano Vigna La