Avvenire di Calabria

Avvocatura per i diritti Lgbti+, il Convegno annuale della Rete Lenford si è svolto a Reggio Calabria

di Redazione Web

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Il 20 ottobre a Reggio Calabria si è svolto il Convegno nazionale della Rete Lenford (Avvocatura per i diritti LGBTI+) nella sede istituzionale di Palazzo Alvaro Città Metropolitana. La Rete Lenford che opera in Italia ed ha sede a Bergamo ormai dal 2007 e può contare su numerosi aderenti avvocati, giuristi, studenti di comprovata esperienza in materia Lgbti+, ha scelto la nostra città per il Convegno annuale, proponendo una riflessione su come il concetto di benessere possa essere una chiave di lettura per il diritto, per l'elaborazione di politiche di inclusione e per reagire ad azioni volte a negare la dignità delle identità LGBTI+. Dopo il saluto del Presidente della Rete Avv Vincenzo Mirim si sono avvicendati per i saluti istituzionali il Sindaco ff. Dott Versace, la Componente del Cpo di Reggio Calabria Avv. Saveria Cusumano, la vicepresidente della Rete del CPO Calabria Avv Giuliana Barberi, l’Avv Antonella Occhiuto in rappresentanza del Consiglio dell’ordine degli avvocati, e l’ Avv. Paola Carbone, Consigliera di Parità sottolineando tutti come si possa e si debba fare molto di più per dare risposte concrete che pongano fine alle discriminazioni nei confronti delle Persone LGBTI+.


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Il moderatore Dott.Maurizio Di Masi, ricercatore diritto privato dell’Università di Perugia ha dato l’avvio ai lavori con la relazione del prof. Luca Rollè, associato di psicologia dinamica dell'Università di Torino, che si è collegato da remoto, indicando quando la terapia danneggia la salute e il benessere delle persone; cui ha fatto seguito la relazione della dott.ssa Micol Ferrario, ricercatrice dell'Università Bocconi, che ha proposto un’interessante analisi comparata degli strumenti approntati da alcuni Paesi per contrastare la diffusione delle cd. terapie riparative, segnalando la differenza esistente con il nostro ordinamento; l'avv. Niccolò Angelini della Rete Lenford del foro di Pavia, nel suo intervento ha presentato il regolamento per l’attivazione della identità Alias, frutto di un lavoro comune degli aderenti alla Rete, nell’ambito della carriera scolastica, esponendo le ragioni divenute ormai imprescindibili, per la sua attivazione in goni sede.

Ha concluso l’Avv. prof.ssa Francesca Panuccio, Associato di diritto privato dell'Università di Messina, che ha trattato il tema del risarcimento del danno per le lesioni dell'identità e del benessere psicofisico delle persone appartenenti alla comunità LGBTI+, con una raccolta di casi giurisprudenziali, sottolineando come la tutela risarcitoria non può definirsi misura sufficiente ed esclusiva per la tutela della Dignità delle Persone LGBI+.

I lavori che hanno occupato l’intero pomeriggio (dalle ore 15 alle ore 19 e 30) hanno visto la partecipazione di un pubblico attento e interessato formato da giovani avvocati della Rete, cittadini curiosi, rappresentanti di associazioni e naturalmente operatori del diritto (magistrati e avvocati reggini). La varietà e la specificità dei temi affrontati ha consentito di accrescere le conoscenze personali o di rimettere in discussione convincimenti o stereotipi acquisiti, con un lavoro in cui le singole competenze sono state messe appunto in Rete. Preciso e puntuale l’intervento della docente di diritto privato comparato ha evidenziato come in tema di terapie riparative, la mancanza di divieti espliciti in alcuni Paesi, come l’Italia, impedisce che vengano disapplicate benché sia ampiamente dimostrato, anche attraverso una copiosa produzione di Direttive e Risoluzioni europee come le stesse non favoriscono la crescita delle Persone, ma ne ledano fortemente i diritti fondamentali.


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Il giovane avvocato rappresentante della Rete Lenford, si è soffermato sulla opportunità, che diviene necessità ormai di utilizzare il regolamento che ha ben esposto per l’attivazione della identità Alias nell’ambito della carriera scolastica, sottolineando come a volte il personale docente non sia preparato ad accogliere e intervenire in circostanze di bullismo o di altri aspetti delicati della vita degli studenti. Ha allargato la prospettiva anche alla carriera universitaria, quale strumento, sia pure “debole” e non risolutivo che consenta di eliminare sofferenza e clandestinità o rinunce anche ove possibile coinvolgendo la propria famiglia nella richiesta della carriera Alias.

L’intervento della Prof. Panuccio ha ripercorso il lento e graduale percorso in uscita della Persona LGBTI+ che è ancora in itinere, per cui sino ad alcuni anni fa , il singolo ha avuto possibilità di ricevere riconoscimento e tutela contro le discriminazioni più pesanti, quelle che offendono la dignità della Persona, solo all’interno di un’associazione e non una qualsiasi ,ma come la Corte di Giustizia Europea ha avuto modo di segnalare nel 2020, un’associazione specializzata, come la Rete Lenford, che è stata ritenuta legittimata ad agire in giudizio nell’ormai tristemente noto caso Taormina. È emerso cioè come nel percorso individuale della Persona che precede il coming out e cioè nella percezione iniziale di essere una persona diversa da come si dovrebbe, o come gli altri vorrebbero che fosse, quando la Persona è sola con sé stessa, è fragile e diviene vulnerabile, ha necessità di confrontarsi con gli altri da sé, nei quali si riconosce e da cui si sente tutelata: dunque l’Associazione diviene punto di riferimento importante.

Nell’ultima parte dell’intervento la Panuccio ha segnalato dunque la necessità di esserci dal punto di vista culturale come gruppo di pressione credibile, che operi con spirito di gratuità dialogante; che richiede interventi legislativi ormai non più procrastinabili, con la ricaduta di politiche sociali, cioè centri di accoglienza e di confronto.

E qui la nota di speranza che nella nostra città - ha concluso la professoressa - ha visto la Chiesa Reggina, in persona di Sua Ecc.za Mons. Morrone, ascoltare (non era ancora mai successo!) nell’apertura del cammino sinodale, anche le istanze di Persone quasi invisibili, o alle quali si raccomanda spesso di non diventare troppo visibili, e lo ha fatto incontrando le significative Presenze che vivono e non si stancano di operare concretamente per gli altri, in ogni settore, mettendoci la faccia.

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