Avvenire di Calabria

Prosegue il percorso sull'Amoris Laetitia: sul tema è necessaria una maggiore riflessione e magari una formazione adeguata degli operatori pastorali

Omosessualità, porsi nell’ottica di Gesù che accoglie

Risulta chiaro il desiderio profondo del nostro amato pontefice di accompagnare ogni uomo e ogni donna alla scoperta della volontà di Dio nella propria vita

di Zaira Sorrenti

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Omosessualità, porsi nell’ottica di Gesù che accoglie. Prosegue il nostro percorso sull'esortazione apostolica Amoris Laetitia: risulta chiaro il desiderio profondo del nostro amato pontefice di accompagnare ogni uomo e ogni donna alla scoperta della volontà di Dio nella propria vita.

Omosessualità, porsi nell’ottica di Gesù che accoglie

L’esortazione apostolica Amoris Laetitia tocca esplicitamente il tema dell'omosessualità in tre numeri. Dalla lettura risultano evidenti almeno tre aspetti. Il primo è che il Papa separa nettamente la teoria gender dalla questione omosessuale, tra le quali spesso erroneamente si fa una terribile confusione. Se la teoria gender è ritenuta ideologia pericolosa che tenta di imporsi come pensiero unico; la questione omosessuale è affrontata diversamente. Il secondo aspetto che emerge è l’interesse del Papa a distinguere il matrimonio dalle altre forme di unioni tra persone.


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Infine risulta chiaro il desiderio profondo del nostro amato pontefice di accompagnare ogni uomo e ogni donna alla scoperta della volontà di Dio nella propria vita.

Il primo aspetto viene affrontato in gran parte nel secondo capitolo “La realtà e le sfide della famiglia”, papa Francesco offre una descrizione attenta e scrupolosa del contesto culturale in cui oggi la famiglia è chiamata a vivere e a operare. Il crescente individualismo che fa prevalere i bisogni e le aspirazioni del singolo «snatura i legami familiari facendo prevalere, in certi casi, l’idea di un soggetto che si costruisce secondo i propri desideri assunti come un assoluto»; la falsa idea di libertà secondo cui ognuno vive come gli pare, come se «al di là degli individui non ci fossero verità, valori, principi che ci orientino, come se tutto fosse uguale e si dovesse permettere qualsiasi cosa»; la diffusione di ideologie

come quella gender che «nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia »; la «rivoluzione biotecnologica nel campo della procreazione umana ha introdotto la possibilità di manipolare l’atto generativo, rendendolo indipendente dalla relazione sessuale tra uomo e donna. In questo modo, la vita umana e la genitorialità sono divenute realtà componibili e scomponibili, soggette prevalentemente ai desideri di singoli o di coppie».


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Da più parti la famiglia come società fondata sul matrimonio è indebolita: «Non si avverte più con chiarezza che solo l’unione esclusiva e indissolubile tra un uomo e una donna svolge una funzione sociale piena, essendo un impegno stabile e rendendo possibile la fecondità. Dobbiamo riconoscere la grande varietà di situazioni familiari che possono offrire una certa regola di vita, ma le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso, per esempio, non si possono equiparare semplicisticamente al matrimonio. Nessuna unione precaria o chiusa alla trasmissione della vita ci assicura il futuro della società». Più avanti, il Papa sottolineerà: «I Padri sinodali hanno osservato che circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Siamo nel capitolo sesto dedicato a “Alcune prospettive pastorali”, tra queste anche l’accompagnamento delle famiglie che hanno

al loro interno persone con tendenza omosessuale: «La Chiesa conforma il suo atteggiamento al Signore Gesù che in un amore senza confini si è offerto per ogni persona senza eccezioni. Con i Padri sinodali ho preso in considerazione la situazione delle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale, esperienza non facile né per i genitori né per i figli. Perciò desideriamo anzitutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione particolarmente ogni forma di aggressione e violenza. Nei riguardi delle famiglie si tratta invece di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita». Ancora una volta, l’Esortazione ribadisce che la strada della Chiesa «è sempre quella di Gesù: della misericordia e dell’integrazione».

Ma dobbiamo pur riconoscere che su alcune questioni come questa sia necessaria una maggiore riflessione e magari una formazione adeguata degli operatori pastorali.

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