Avvenire di Calabria

Luci e ombre nel pacchetto di misure elaborato dal Mef: slitta l’introduzione delle slot blocca-minori.

Azzardo, proroghe e antimafia. Luci e ombre della manovra

Redazione Web

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Con 318 sì, 194 no e 2 astensioni, l’Aula della Camera ha dato semaforo verde alla risoluzione di maggioranza sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, comunemente indicata con l’acronimo «Nadef». Un via libera risicato, visto che l’asticella della maggioranza qualificata (la metà più uno dei deputati, ossia 316 su 630) è stata superata per poco, come fa notare dall’opposizione il forzista Simone Baldelli: «Il governo ha rischiato grosso, con 4 assenti in più sarebbe potuto saltare». Nel frattempo, l’esecutivo e soprattutto il Mef continuano a limare la bozza del decreto fiscale, che accompagnerà la legge di Bilancio (con l’obiettivo di racimolare i 7,2 miliardi di euro necessari a far quadrare i conti). Il testo, al momento di 51 articoli, è in lavorazione e alcune norme sono da valutare. Ma nelle sue pieghe affiorano già alcune disposizioni in materia d’azzardo – dalle proroghe delle concessioni a una stretta sulle azzardomafie – su cui vale la pena soffermarsi.

Proroga concessioni. Nel testo è prevista la proroga onerosa delle concessioni per le scommesse e il bingo. Ciò significa che gli attuali concessionari non dovranno nuovamente partecipare a gare pubbliche, nell’anno entrante, ma potranno mantenerla corrispondendo all’erario il canone fissato. Slitta inoltre la sostituzione delle vecchie slot machine con quelle di nuova generazione, che avrebbero dovuto entrare in funzione nel gennaio 2020. Lo slittamento non pare positivo, in quanto le nuove slot vengono ritenute dai produttori «più sicure», perché collegate a un sistema centrale e dotate di un lettore che, abbinato alla tessera sanitaria, riconosce la maggiore età del giocatore. Ma nella bozza del dl si precisa come, per l’immissione dei nuovi apparecchi, occorra un decreto ministeriale il cui iter è ancora in corso.

Lotteria con codice fiscale. Rispetto alla «Lotteria dello scontrino » (che premierà acquirenti sorteggiati con tre estrazioni mensili da 50mila, 30mila e 10mila euro e un premio annuale da un milione), ci sarà un ulteriore paletto: contestualmente alla ricevuta, i commercianti dovranno inserire il codice fiscale degli acquirenti. Per coloro che non lo faranno, multe tra 500 e 2mila euro. Inoltre gli acquirenti con carta di credito o bancomat avranno possibilità doppia di vincere.

Agenti «undercover». L’Agenzia delle entrate istituirà un fondo annuale di 100mila euro, che potrà essere utilizzato da «agenti sotto copertura» di Polizia, Guardia di Finanza e Carabinieri per effettuare giocate funzionali a infiltrarsi nell’ambiente dell’azzardo e scoprire violazioni, «comprese quelle relative al divieto» per i minori. Le eventuali vincite degli investigatori andranno restituite allo Stato, rimpinguando il suddetto fondo.

Giro di vite antiriclaggio. Dal gennaio 2020, nascerà il «Registro unico degli operatori del gioco pubblico», con l’obbligo di iscrizione esteso a «concessionari di scommesse, lotterie istantanee, giochi numerici a quota fissa e a totalizzatore» e «concessionari del gioco a distanza ». Per ogni iscrizione serviranno il certificato antimafia e un’imposta di 200 euro (lo Stato prevede di incassare in tutto 12 milioni). In caso d’irregolarità, c’è una sanzione di 10mila euro e il divieto d’iscriversi per 5 anni. Inoltre, per «contrastare l’evasione fiscale e le infiltrazioni della criminalità organizzata», le banche e gli operatori finanziari che permettano il trasferimento di denaro dai giocatori alle sale gioco on line non autorizzate rischieranno una maxi-multa da 300mila a un milione e 300 mila euro. Attualmente, c’è l’obbligo di segnalare chi disponga trasferimenti di denaro in favore di gestori di azzardo on line non autorizzati. La restrizione si aggiunge alle disposizioni antimafia. Ancora, il dl vieta di affidare concessioni a società partecipate da fondi di investimento il cui responsabile sia stato condannato per un reato «di criminalità organizzata o di riciclaggio». Un paletto che le azzardomafie potrebbero comunque aggirare ricorrendo a prestanome con la fedina penale 'pulita'.

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