Avvenire di Calabria

Con il suo ultimo libro, «Paura di cadere… voglia di volare», l’arcivescovo di Catanzaro - Squillace si rivolge direttamente ai giovani

Bertolone, vescovo in conversazione con le nuove generazioni

Redazione Web

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Con il suo ultimo libro l’arcivescovo di Catanzaro - Squillace Vincenzo Bertolone dal titolo «Paura di cadere… voglia di volare» (Rubbettino, 2020) si rivolge direttamente ai giovani. Il presidente della Conferenza episcopale calabra ha desiderio di parlare al mondo giovanile e al loro cuore con i linguaggi e i contenuti propri delle nuove generazioni, quella dei nativi digitali che sono definite dagli esperti Generazione Z e i Millennials. La pubblicazione può essere utile soprattutto a tutti coloro che lavorano a stretto contatto con il mondo giovanile; un valido punto di partenza per entrare in relazione con un contesto che per tanti adulti è sconosciuto e perciò non preso in alcuna considerazione. E’ al massimo scrutato da coloro che sono nati e cresciuti in un mondo analogico e non si sforzano per capire e spesso rinunciano con demoralizzante scetticismo. Così come avviene quando si cerca di scrutare dalla finestra ciò che succede intorno: quando si alza la cortina e non si comprende quello che accade e per non contaminarsi con ciò che è all’esterno non si apre l’infisso, l’unica cosa che resta da fare è ritornare nel proprio comfort e dire “tutto ciò che è fuori non mi appartiene”.

Mons. Bertolone cerca un dialogo con le nuove generazioni già dal titolo, preso in prestito dal cantautore e rapper italiano Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti. Compie questo esercizio in un tempo dove sono venute a galla per tutti tante incertezze e sono emerse prepotentemente tante contraddizioni. Nei tempi in cui la storia registra fatti straordinari e dirompenti accelerano e si completano le grandi trasformazioni. Negli ultimi mesi chi non ha sperimentato quel senso di umana solitudine guardando in tv i camion dell’esercito che al nord trasportavano le centinaia di bare di quei morti a causa del coronavirus? Spesso guidati da giovani militari, come quel caporalmaggiore dell’Esercito che dopo aver accompagnato con il suo camion le salme per «l'ultimo viaggio» ha affidato lo scorso 3 maggio a Facebook, in un lungo post, il proprio pensiero: «Quelle bare fanno parte di me, c’ho messo l’anima: vorrei un giorno conoscere i parenti di quei defunti». Bertolone offre al mondo giovanile spesso disorientato, ma aperto al dialogo quando questo è autentico e senza pregiudizi, parole di sostegno e incoraggiamento che forse, in altri contesti mancano. Non sono solo calorose parole verso coloro che si isolano fisicamente dal contesto con i loro auricolari che tappano le orecchie e con le loro mani e i loro occhi impegnati sul touchscreen degli smartphone e che non vogliono sentire ma che in realtà non riescono ad ascoltare e spesso si ripete la scena di Paolo all’Aeropago con la risposta «Ti sentiremo su questo un'altra volta».

Il Pastore non si scoraggia e sa benissimo che pur se l’apostolo Paolo uscì da quella riunione, alcuni divennero credenti e cambiarono vita. Lo sforzo, così come descritto dallo stesso autore, è quello di «giungere al cuore dei giovani invitandoli alla riflessione in questo tempo della storia, perché il viaggio della vita è il dono più grande di cui possiamo godere, per il suo fascino imprevedibile, unico e irripetibile. Spesso i giovani tutto questo non lo sanno o lo hanno dimenticato, intenti come sono a "navigare" nei loro social. Così ignorano l'autenticità dell'esistenza da vivere con i piedi ben piantati a terra e con lo sguardo rivolto al cielo». L'autore sogna che la lettura trasmetta ad ogni lettore la bontà, la pulizia, la mitezza, la fortezza, incitando i giovani a ritrovare le ali per il volo verso la vera libertà.

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