Avvenire di Calabria

L'arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace, monsignor Antonio Cantisani, in occasione della festa della traslazione delle reliquie di Sant'Agazio

Cantisani: «Respingere con determinazione ogni violenza»

Giuseppe Iero

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«Vi confido che sono rimasto turbato e sconvolto per gli episodi di violenza che si sono succeduti anche di recente a Squillace. Non l’avrei mai immaginato». Lo ha affermato l’arcivescovo emerito mons. Antonio Cantisani nell’omelia durante la concelebrazione eucaristica che ha presieduto il 16 gennaio nella basilica cattedrale di Squillace in occasione della festa della traslazione delle reliquie di Sant'Agazio, patrono della città e compatrono dell'arcidiocesi. 
 
Cantisani si è detto «certo che tutti i cittadini squillacesi respingeranno con forte determinazione ogni forma di violenza. Squillace, ricca di tante nobili tradizioni, darà una testimonianza di autentica democrazia, che è fatta di assoluto rispetto per l’altro, di confronto sereno, di dialogo costruttivo e soprattutto di appassionato impegno finalizzato al bene comune, alla crescita sociale, economica, culturale e spirituale della città, con prioritaria attenzione alle fasce più deboli della popolazione». 
 
Nei giorni scorsi, in particolare, un episodio ha destato sconcerto nella comunità: l’atto incendiario ad opera di ignoti che hanno preso di mira l’autovettura del giornalista Salvatore Taverniti, corrispondente della Gazzetta del Sud; fatto sul quale stanno indagando i carabinieri. L’arcivescovo emerito ha anche fatto una riflessione riferita all’imminente tornata elettorale che vedrà interessato il Comune di Squillace. 
«I nostri rappresentanti – ha sottolineato – perché facciano una buona politica devono avere la piana consapevolezza del proprio ruolo, trasparenza, onestà, competenza, capacità di progettare, impegno costante». «Quando ci lamentiamo che non c’è una degna classe dirigente – ha concluso - dobbiamo ricordare che dipende da tutti noi, chiamati come siamo a creare l’humus che favorisca il fiorire di autentici politici, promuovendo con i nostri gesti quotidiani la cultura della legalità, della partecipazione, della solidarietà e del servizio». 
 
Al rito religioso hanno preso parte diversi sacerdoti della diocesi. Le reliquie del santo martire sono custodite e venerate in una monumentale cappella della cattedrale di Squillace, mentre un braccio venne portato dal vescovo Marcello Sirleto, nel 1584, a Guardavalle, dove S. Agazio è stato anche eletto patrono. A Squillace si celebrano tuttora due feste solenni: una il 16 gennaio, detta della traslazione o delle ossa, che rievoca l'arrivo miracoloso al lido di Squillace delle sante reliquie, e l'altra il 7 maggio, giorno del martirio del santo.

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