Uno spoglio lentissimo. Dopo 17 ore dalla chiusura delle urne sono state scrutinate 83 sezioni su 90 a Catanzaro. Ai seggi si sono recati il 72,5% dei catanzaresi, molti di più del trend nazionale, tre punti percentuali in meno rispetto alle precedenti amministrative nel capoluogo della Calabria.
Con una copertura 92% con oltre cinquantamila schede visionate ormai il dato è chiaro: sarà ballottaggio tra l'uscente Sergio Abramo (39,46%), che corre per la sua quarta sindacatura, ed Enzo Ciconte (31%), vibonese d'origine, già vicepresidente della Giunta regionale.
Positivissima performance di Nicola Fiorita, leader dei Cambiavento, che raccoglie oltre undicimila preferenze, quasi il doppio delle liste a lui collegate, con un 23,5%. Più staccata Bianca Granato del Movimento Cinquestelle ferma al 6%.
Abramo si conferma uomo-forte del centrodestra calabrese coniugando il proprio risultato a quello di Occhiuto, a Cosenza, e Mascaro, a Lamezia, (tutti dopo l'elezione a governatore di Mario Oliverio nel 2014) che conferma un centrodestra in salute su scala locale nonostante la governace a trazione Pd della Regione Calabria. Benissimo Forza Italia che raggiunge il 10% raddoppiando il risultato del Partito Democratico a Catanzaro fermo al 5%.
Con il rimpasto post-Rimborsopoli, Ciconte, ha perso i galloni regionali, e il Pd lo ha investito della carica di anti-Abramo. La sfida finale sarà il 25 giugno, al secondo turno, seppure i quattromila voti di differenza rappresentano un buon margine per Sergio Abramo, in considerazione del forte voto disgiunti tra i partiti della coalizione di centrosinistra e il candidato alternativo Fiorita.
La vera partita sarà l'affluenza nella calda domenica di giugno che determinerà il sindaco del capoluogo calabrese.