Avvenire di Calabria

Parola a Vincenzo Mammoliti, responsabile di due sale tra le più grandi della Calabria: "Dall’8 marzo 2020 a oggi la situazione non è cambiata"

Cinema e Covid-19: «Siamo fermi ormai da un anno»

Tatiana Muraca

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«Abbiamo chiuso le nostre sale l’8 marzo del 2020, per riaprirle il 25 agosto e chiuderle nuovamente il 25 ottobre», è questa la situazione descritta da Vincenzo Mammoliti, proprietario della Multisala “Lumiere” e del cinema “La Nuova Pergola” di Reggio Calabria. Possiede sette schermi ed i suoi sono i locali più grandi esistenti in Calabria, con annessi bar e ristorazione, fermi a causa dell’emergenza sanitaria in atto. «Malgrado avessimo adottato tutte le prescrizioni anti-contagio, con tanto di plexiglass, posti distanziati, igienizzazione – continua Mammoliti – siamo ancora chiusi e credo che lo rimarremo per un po’ di mesi». Un’amara con- statazione derivante dal fatto che malgrado il Dpcm del Governo Draghi preveda una probabile riapertura di cinema e teatri nelle zone gialle a partire dal 27 marzo, le spese da affrontare non bastano per supportare un nuovo rilancio.
«Il cinema non è un negozio che puoi aprire e chiudere da un giorno all’altro – aggiunge Mammoliti – Il cinema, inteso a 360 gradi, ha bisogno di un prodotto filmico e su dieci film, otto sono americani. Detto ciò, se l’America non stanzia i film per l’Italia e per l’Europa, il cinema non può riaprire». Dal punto di vista produttivo, la “macchina” cinematografica è attiva, ma il problema, secondo quanto ci dice Vincenzo Mammoliti, risiede nella distribuzione, premettendo che molti dei «vecchi» film sono stati bloccati e che un’altra buona parte è stata fatta uscire sulle varie piattaforme digitali. «Il cinema non può riaprire senza la materia prima – sempre parole di Mammoliti – il Governo può anche darci l’ok, ma dal punto di vista commerciale, siamo noi a dover poi gestire tutto». Vincenzo Mammoliti attesta il fatto che i ristori sono arrivati, anche da parte della Regione Calabria, ma oramai il bisogno cresce sempre di più ed un gestore di sale cinematografiche, a fronte di una riapertura dopo un anno, deve organizzarsi non solo per le spese ordinarie, ma anche per il reinserimento lavorativo dei dipendenti. «Se non possiamo riaprire il bar e la ristorazione, da cui deriva per altro il nostro principale ricavo, lascerei a casa alcuni lavoratori, riassumendone altri. Con i ristori, siamo riusciti a tamponare il 20% delle spese fisse, perché il locale costa anche se rimane chiuso. Per queste ragioni – continua a dirci Mammoliti – anche se mi dessero la possibilità di riaprire a fine mese, non mi converrebbe comunque. Starò ad aspettare per vedere come si evolverà la situazione, anche dal punto di vista dell’andamento della vaccinazione, in modo da essere certo che una volta riaperti, le persone possano venire al cinema in tranquillità».
L’intento di Vincenzo Mammoliti è quello di riaprire ad inizio della prossima stagione autunnale, tenendo sempre presente lo stato delle cose. Vuole, però, porre al Governo una domanda: «Se c’è ancora così tanta incertezza sul fare andare o meno in presenza gli alunni a scuola, su che basi si parla di altre riaperture come cinema e teatri? Noi siamo chiusi da un anno, non da un mese, per cui chiediamo al Governo di poter ricevere il mancato fatturato rispetto agli anni pregressi, in modo da poter sopravvivere». E in riferimento alla possibilità, paventata anche la scorsa estate, di organizzare dei cinema all’aperto, Mammoliti afferma che «ci vuole organizzazione. Non si può pensare di allestire un’arena di almeno 2mila metri quadrati in un mese, anche perché si devono considerare i costi, la gestione delle distanze e le condizioni metereologiche che già a partire dal mese di agosto vanno a peggiorare».
Insomma, quello che Vincenzo Mammoliti chiede, così come i tantissimi lavoratori dell’industria cinematografica locale e nazionale, è di essere ascoltati (non solo dall’associazione nazionale di riferimento) e presi più in considerazione nelle scelte governative, sempre nel rispetto di una situazione del tutto inaspettata come quella che il mondo sta vivendo a causa del Covid-19.

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