A dirlo è la Coldiretti Reggio Calabria che evidenzia il raddoppio dei danni rispetto al maggio 2019
Cinghiali sempre di più fuori controllo nella provincia reggina
Redazione Web
1 Giugno 2020
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«Se si confronta il mese di maggio 2019 con quello dell’anno corrente - afferma Pietro Sirianni direttore della Coldiretti di Reggio Calabria – in base ai sopralluoghi che quotidianamente svolgiamo con i nostri tecnici, possiamo facilmente affermare che i danni provocati alle produzioni ed alle strutture agricole da cinghiali selvatici nel 2020 sono raddoppiati».
«A questo si aggiunge – prosegue – che su tutto il territorio provinciale la situazione è ormai fuori controllo e pericolosa perché i cinghiali non stanno più nelle campagne ma sono sempre più frequenti gli avvistamenti nei centri abitati e nelle periferie. Nelle ultime settimane, - spiega Sirianni – sono sempre più vaste le aree presidiate e conquistate dai cinghiali con danni alle colture, alle strade poderali, ai ciglioni, alle canaline di scolo e in alcuni casi oltre il 50% delle aree terrazzate sono state danneggiate con la distruzione dei muri a secco, in aree collinari e montane a forte rischio idrogeologico scoraggiando chi fa agricoltura eroica perché il ripristino muretti è opera difficile, costosa e non facile per cui i probabili effetti saranno smottamenti e frane».
«Ciò che più ci allarma sono però i rischi all’incolumità delle persone, che si trovino a lavorare in campagna o nelle aree urbane oppure a percorrere le strade occupate da qualche esemplare che causa incidenti automobilistici. Infatti - spiega -se fino ad oggi il rischio era limitato agli agricoltori, ai cercatori di funghi e ai fruitori delle aree boschive e rurali per svago o lavoro, adesso dobbiamo segnalare che diversi nostri associati hanno avvistato in prossimità delle aree urbane e nelle periferie nelle prime ore dell’alba o dopo il tramonto numerosi esemplari». «L’insofferenza non è più solo da parte degli agricoltori, ma la presenza dei cinghiali in aree urbanizzate fa paura a tanti. Da parte nostra – espone – stiamo portando avanti un monitoraggio continuo per confermare ulteriormente con dati puntuali la drammaticità del fenomeno e perciò invitiamo cittadini e agricoltori a segnalare i danni ai nostri uffici anche se non si chiede il risarcimento».
«Comprendiamo la demotivazione degli agricoltori che non fanno più richieste, perché indotti dal fatto che non si è quasi mai visto il ristoro e lo stesso è stato sempre sottostimato per incapacità o forse strumentalmente per disincentivare le imprese agricole a fare ulteriori richieste. Non possiamo accettare più che gli enti territoriali preposti, come gli Ambiti Territoriali Caccia, rinviino il pagamento dei danni rispetto alle istanze presentate dagli agricoltori, così come non intendiamo soprassedere alle stime dei danni subiti che offendono chi lavora in campagna, perché ne sottostimano l’entità».
«Continuare a dire che servono interventi urgenti per risolvere la problematica, perché il protrarsi della situazione mette in ginocchio le aziende agricole scoraggia gli imprenditori che vedono vanificare gli sforzi, fino alla decisione drastica di chiudere l’attività, con un danno economico, sociale ed ambientale, è forse inutile e pure offensivo nei confronti di chi, per sua competenza, è tenuto ad intervenire. Questo, - chiosa - nella provincia di Reggio Calabria è un altro alibi che salva tutti. Non abbiamo un piano di abbattimento e quindi, siamo tutti giustificati a stringere le spalle, per dire non possiamo fare nulla! A tutela della pubblica e privata incolumità - conclude Sirianni - Coldiretti di Reggio invita i sindaci dell’area metropolitana a procedere con un’ordinanza sindacale urgente per la cattura e o abbattimento di cinghiali selvatici allo stato brado, ordinanza, peraltro, già adottata in altri comuni d’Italia».
L’iniziativa giunta alla 72esima edizione è stata organizzata da Coldiretti Calabria. Benedetti i mezzi agricoli, l’esortazione del vescovo Maniago: «Siamo custodi della nostra terra».
Una delegazione dell’associazione di categoria è stata ricevuto dall’arcivescovo di Catanzaro – Squillace. Il presule ha sottoscritto la petizione a tutela della genuinità dei prodotti.
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