Domani in edicola fra fede e attualità: Scuola Biblica Paolina, sfide educative e celebrazioni mariane
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Domenica 15 gennaio 2023 presso la parrocchia “Santa Teresa di Gesù Bambino” in Catanzaro, si è svolta la 72 esima Giornata Regionale del Ringraziamento, organizzata dalla Coldiretti Calabria, che ha avuto come tema: «“Coltiveranno giardini e ne mangeranno” (Am 9,14). Custodia del creato, legalità, agromafie». L’arcivescovo di Catanzaro – Squillace, monsignor Maniago, ha benedetto per l’occasione i mezzi agricoli.
Nel suo intervento iniziale, il presidente provinciale di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia della Coldiretti, Fabio Borrello, dopo aver salutato e ringraziato l’Arcivescovo, monsignor Claudio Maniago, ha sottolineato come «in questi anni con il confinamento a causa del Covid e la guerra in Ucraina l'agricoltura ha affrontato diversi problemi: però non si è fermata».
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«Stiamo assistendo – ha continuato Borrello –, e accompagniamo con politiche adeguate; ad un ricambio generazionale che vede tanti giovani ritornare all'agricoltura sfruttando le sue potenzialità multifunzionali e quindi non solo produzione di cibo ma servizi per la collettività come la cura dell'ambiente, una tematica che sta a cuore a Papa Francesco e che ha rilanciato con l'enciclica Laudato Si’».
Ha poi preso la parola don Pietro Pulitanò, consigliere ecclesiastico provinciale e regionale della Coldiretti. «Eccellenza è per noi motivo di gioia e di conforto la sua presenza, che infonde speranza», ha esordito don Pulitanò rivolgendosi, innanzitutto, al vescovo. E poi ha aggiunto: «Coldiretti è nata da un'ispirazione cristiana e mantiene forti legami e valori con la fede. È un mondo bello, particolare, composto da gente semplice; uomini e donne che con tanti sacrifici portano avanti piccole e grandi aziende».
«Tanti giovani che investono sui nostri territori – ha aggiunto il consigliere ecclesiastico di Coldiretti – lasciano gli uffici per profumarsi le mani di terra. Abbiamo bisogno di essere stimolati, incoraggiati a mettere sempre alla base del nostro impegno, la fede in Cristo Gesù e nella Beata Vergine Maria, affinché siano ogni giorno il nostro sostegno e ci ricordino gli alti valori cristiani che da Bonomi ad oggi ci guidano sempre di più, ognuno con il suo ruolo, custodi di questo giardino».
Monsignor Maniago, nella sua omelia, ha evidenziato come «siamo consapevoli che viviamo in un contesto complesso, difficile, faticoso. Però, proprio in questo, abbiamo bisogno di essere scossi e ritrovare le motivazioni per mettere mano all’aratro. Ecco perché in questa domenica il Signore ci mette davanti una figura come il Giovanni Battista che, con la sua vita, la sua parola, ci richiama all’essenzialità. Oggi comprendiamo, attraverso la sua testimonianza, proprio come si è portati a vedere intorno a noi riconoscendo le cose che abbiamo davanti».
«Dobbiamo imparare a vedere, a guardarci intorno e cominciare a riconoscere un po’ di più, nelle persone, nelle cose, nella realtà, nel contesto in cui viviamo, qualcosa di veramente importante, di veramente bello. Tutti ci guardiamo intorno, ma ci rendiamo davvero conto della bellezza di ciò che è intorno a noi? Ci rendiamo davvero conto, tanto da riconoscere nel contesto in cu viviamo, nelle relazioni, il bello di cui dobbiamo soltanto ringraziare? Solo se ci rendiamo conto di tutto questo oggi può essere una giornata di ringraziamento, perché non si può ringraziare se non rendendosi conto di cosa abbiamo; se non sappiamo vedere le cose che ci sono donate e non le sappiamo riconoscere come un dono prezioso nella nostra vita, come facciamo a ringraziare? Rischiamo di fare solo delle formalità».
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«Allora, in conclusione – ha detto ancora il vescovo Maniago – diciamo grazie Signore per questa casa comune, questo ambiente in cui viviamo, grazie per la bellezza che ci dai in questa terra calabrese, grazie signore. Sentiamo e vediamo e riconosciamo in questa terra un dono prezioso che dobbiamo custodire con cura e responsabilità, che va, secondo proprio i ruoli, certamente riconosciuta e richiesta anche alla classe dirigente, alla politica, fino ad arrivare anche a me. Anche io ho la mia responsabilità della cura responsabile e del riconoscimento di quella bellezza di questa casa comune».
Prima della celebrazione, l’Arcivescovo ha benedetto i mezzi agricoli utilizzati per la coltivazione delle terre.
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