Calabria, diventa realtà la premialità per le imprese che resistono alla ‘ndrangheta
L’annuncio del presidente della commissione regionale anti-‘ndrangheta Pietro Molinaro: «Oltre al valore simbolico, adesso anche valenza concreta».
Nel corso di un’operazione congiunta dei Carabinieri della Compagnia di Palmi (RC) e dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, scattata alle prime ore di stanotte, è stato arrestato Carmine Alvaro (classe 1985) ricercato dal 2016 a seguito dell’emissione di un fermo d’indiziato di delitto emesso dalla Dda di Reggio Calabria per traffico di stupefacenti aggravato dalle finalità mafiose assieme ad altri due soggetti catturati nei mesi scorsi.
I militari dell’Arma, sulle tracce dell’uomo da alcuni mesi, hanno individuato nei giorni scorsi il casolare dove si nascondeva e stanotte, dopo aver cinturato l’intera area, hanno fatto scattare il blitz sorprendendo l’Alvaro nell’abitazione, dove si era sistemato per la notte. Lo stesso, all’apertura della porta, veniva immediatamente bloccato dai militari e dichiarato in stato di arresto.
L’uomo è uno dei nipoti del più noto Carmine Alvaro (classe 1953) detto “U cuvertuni”, noto alle cronache per il ruolo di spicco nella cosca Alvaro-Macrì-Violi, nell’ambito di numerose indagini coordinate dalla Dda reggina, tanto da scontare la condanna per associazione per delinquere di stampo mafioso in regime detentivo speciale previsto dall’art. 41bis.
L’annuncio del presidente della commissione regionale anti-‘ndrangheta Pietro Molinaro: «Oltre al valore simbolico, adesso anche valenza concreta».
Una nuova idea per la gestione dei beni confiscati alle mafie. Per il Fai, affidarli alle imprese che hanno denunciato i clan può essere una soluzione per il loro riuso sociale.
Profonda preoccupazione per il grave atto di violenza compiuto nella zona marina della cittadina cosentina è stata espressa dal vescovo di San Marco – Scalea, monsignor Rega.
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