Avvenire di Calabria

Sono stati dei giorni di formazione e verifica, intensi e ricchi di riflessioni, per i ragazzi arrivati anche da Lamezia Terme

Corso di metà servizio per i giovani del Servizio Civile

Redazione Web

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Si è tenuto a Reggio Calabria, dal 2 al 4 luglio scorso, il Corso di metà servizio per i giovani del Servizio Civile Universale Bando 2019 che ha visto coinvolti anche i giovani in servizio di Lamezia Terme. «Sono stati dei giorni di formazione e verifica, giorni intensi e ricchi di riflessioni, ai quali abbiamo partecipato in modo attivo, nonostante le restrizioni dettate dal Covid-2019, ma comunque contenti di poterci rivedere in presenza dopo un così tanto lungo periodo» spiegano le ragazze.

«In seguito al lockdown e alla quarantena imposta, che ha visto tutte le attività sospese, compreso, appunto, il servizio civile, abbiamo intrapreso con energia e voglia di "dare" il nostro servizio presso il Centro d'Ascolto Mons. Italo Calabrò di Archi e l'Emporio Genezareth di Cannavò».
«Nel cuore della formazione abbiamo avuto la possibilità di visitare tre importanti “Opere Segno”: il Centro d'Ascolto "Osservatorio della Povertà" meglio conosciuto come "Centro Mons. Giovanni Ferro", il Centro d'Ascolto "Don Italo Calabrò" situato nel quartiere di Archi e l’Emporio Diocesano. All'interno delle suddette strutture, oltre a visitare i luoghi, abbiamo avuto modo di conoscere la quotidianità dei centri attraverso le testimonianze dei vari responsabili e di alcuni volontari. Al Centro di Ascolto di Archi siamo stati accolti da Suor Loriana e le altre suore, all’Emporio da don Nino Russo e la responsabile Angela Mattia Branca all'Emporio».

«Nel Centro d'Ascolto Mons. Giovanni Ferro, i formatori hanno tenuto la formazione e hanno raccontato la storia del luogo e dei protagonisti che ne hanno fatto parte. Ovviamente sono state svolte diverse attività ognuna con uno scopo ben preciso, ma quella che più ha colpito la nostra attenzione è stata quella riguardante l’importanza delle nostre mani. Noi in questo periodo di emergenza abbiamo cercato di dare il nostro contributo per aiutare le persone più bisognose, ma fino ad oggi non avevamo mai riflettuto su quello che riusciamo a fare con le nostre mani. Cosi, abbiamo avuto l’occasione di guardarci dentro e la possibilità di comprendere che noi siamo unici e che il nostro impegno e le nostre mani costituiscono una risorsa preziosa e danno un contributo significativo».

«Inoltre, abbiamo sperimentato i vari aspetti del concetto di fallimento. Quando ci riferiamo ad esso, gli attribuiamo una concezione negativa ma in realtà è proprio dai fallimenti che possono nascere nuove occasioni e può fiorire la forza di rialzarsi e camminare insieme; infatti è solo insieme che si può costruire la bellezza. Questo, è stato sottolineato anche dai responsabili delle sedi visitate che hanno espresso le difficoltà avute in questo tempo, le quali però sono state ricompensate dai sorrisi e dallo sguardo speranzoso dei poveri che si sono sentiti meno soli».

«Questi giorni di formazione sono stati carichi, soprattutto dal punto di vista emotivo, data la situazione, ci siamo rigeneranti dal punto di vista fisico e mentale, abbiamo ricaricato le energie per ripartire e per svolgere al meglio i mesi di servizio rimasti, praticando la speranza e cercando di recuperare lo scopo pedagogico in puro stile Caritas. Per questo noi ragazze del Servizio Civile ci sentiamo di dover dire anche una semplice parola ai nostri formatori, che racchiude mille significati, sentimenti ed emozioni: Grazie!»

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