Avvenire di Calabria

Ecco i volti invisibili di questa emergenza sanitaria che sta sconvolgendo la vita di ciascuno

Covid-19, Croce Rossa reggina: «Siamo senza risorse, aiutateci»

Parla Daniela Dattola, presidente del Comitato locale. Attivato il servizio di consegna a domicilio di spesa e farmaci per i più vulnerabili

Federico Minniti

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Smonta dal turno della notte, Daniela Dattola. Di professione «centodiciottista», impegnatissima nel mondo del volontariato come presidente della sezione di Reggio Calabria della Croce Rossa Italiana. È stanca, lo sentiamo dalla voce, ma non si tira indietro seppure tra poche ore sarà in sede con gli altri volontari: sono i volti invisibili di questa emergenza sanitaria che sta sconvolgendo la vita di ciascuno. 

Le tute rosse della Croce Rossa sono state tra le prime attivate; ancor quando il Coronavirus sembrava una "montatura mediatica".

All'inizio dell'emergenza siamo stati chiamati, tramite la Protezione Civile regionale, per espletare il servizio all'Aeroporto dello Stretto di  Reggio Calabria. I nostri volontari hanno controllato la febbre a tutti i passeggeri in arrivo. Il nostro servizio è iniziato i primi di febbraio sino a pochi giorni fa, cioè fin quando l'aeroporto è stato chiuso: abbiamo garantito la nostra presenza costante attraverso due turnazioni utilizzando, prima il termometro digitale e poi il termoscanner. 

Come vi state attivando per fronteggiare l'emergenza epidemiologica che, nei numeri, sembra giungere in modo consistente anche in riva allo Stretto?

Guardando la catena del contagio siamo in ritardo rispetto al Nord del Paese, però dai bollettini ufficiali si evince come l'epidemia è molto diffusa anche alle nostre latitudini. Per questo motivo, come Croce Rossa, ci siamo attivati nel servizio di consegna a domicilio di spesa e farmaci a favore di anziani, persone fragili e immunodepressi. Per contattarci basta chiamare al Numero verde 800.06.55.10 oppure la «linea diretta» col nostro Comitato territoriale 328.9748783
Come funziona questo servizio?

Chiamando il Numero verde si concorda l'appuntamento. Vale la pena ribadire come, quando parliamo di spesa, ci riferiamo a beni di prima necessità: acqua, latte, pasta.
Al domicilio si presenteranno due volontari, chiaramenti riconoscibili, in divisa della Croce Rossa e fornendo un tesserino, che - attenendosi alle disposizioni degli ultimi Dpcm - concorderanno con le persone assistite come recapitare quanto richiesto pur mantenendo le distanze di sicurezza. 
Per quanto riguarda la consegna dei farmaci, siamo supportati da un protocollo d'intesa nazionale con FederFarma.
 
Accanto a questa vostra operatività, c'è una raccolta fondi che è stata lanciata sui Social Network. 

Sì. E aggiungo che è fondamentale: come Comitato di Reggio Calabria non abbiamo grandi risorse disponibili. Ciascuno può comprendere bene come i dispositivi di sicurezza di cui siamo dotati sono ridotti al lumicino. Senza mascherine, giusto per fare un esempio, non possiamo fare uscire i nostri volontari nei servizi a domicilio a favore dei vulnerabili. Abbiamo bisogno di essere aiutati partendo da azioni di crowdfunding che sono reperibili nelle nostre pagine social (clicca quì per saperne di più). 

Altra iniziativa riguarda il volontariato «temporaneo». Di cosa si tratta?

Devo essere onesta: ci ha colpito il grandissimo numero di richieste, da parte di tanti giovani che vogliono mettersi a disposizione della Croce Rossa in questa fase emergenziale (clicca quì se sei interessato) per questo abbiamo pensato di aprirci a quanti vorranno far parte della nostra famiglia associativa in questo momento di grande bisogno.

Oltre che presidente della Croce Rossa reggina, vive il tempo straordinario del Covid-19 anche da infermiera a bordo del 118 locale. Quale è la situazione?

La disperazione delle persone è crescente; c'è tanta paura, specie tra chi si ritrova da solo in casa. La centrale operativa del 118 sta facendo un lavoro sovrumano con pochissime risorse. Ci sono difficoltà a reperire, anche per noi, i dispositivi di protezione individuale; nonché a gestire tutte le chiamate comportando turni massacranti per chi è in prima linea. Ma se è possibile c'è chi sta addirittura peggio...

Ci spieghi meglio.

Vorrei rivolgere un pensiero agli autisti-soccorritori che non vengono pagati in quanto convenzionati con un'azienda privata e non con quella ospedaliera pubblica. Incredibile, ma vero: stanno fronteggiando questa drammatica emergenza senza stipendio.

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