Avvenire di Calabria

Il direttore generale dell'Istituto previdenziale calabrese evidenzia i numeri abnormi delle richieste per gli ammortizzatori sociali

Covid-19, doppio risvolto: Inps in affanno e ‘ndrine in agguato

Mentre il capo della Procura nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho mette in guardia la politica sulle infiltrazioni post-pandemia

Giuseppe Iero

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Covid-19 e crisi economica: c'è un doppio risvolto in Calabria (ma in realtà in tutto il Paese). Inps in affanno e 'ndrine in agguato; potremmo sintetizzare così. Ma di cosa parliamo? Ci sono due opinioni a guidare questa riflessione. Da un lato il direttore generale dell'Istituto previdenziale calabrese evidenzia i numeri abnormi delle richieste per gli ammortizzatori sociali e dall'altro il capo della Procura nazionale antimafia mette in guardia la politica sulle infiltrazioni post-pandemia.

Ma andiamo con ordine. A partire dal primo aprile scorso, infatti, tantissime sono state le domande arrivate all'Inps in modalità telematica, per la richiesta dell'indennità di 600 euro. In Calabria si stima che saranno 300mila le domande che verranno presentate:più di 100mila saranno quelle per l'indennità da lavoro autonomo, 60mila quelle per lavoro stagionale, come il turismo e stabilimenti termali, 85mila quelle relative al settore agricolo, mille per i lavoratori dello spettacolo, 7mila per i professionisti e collaboratori. A comunicare i dati stimati è il direttore regionale Inps, Giuseppe Greco, il quale ammette che «la situazione, nei giorni scorsi, è stata abbastanza difficile a causa dei problemi tecnici che hanno colpito il sistema. Quest'ultimo ha ripreso a funzionare grazie all'individuazione di scaglionamenti, seppur con evidenti rallentamenti».

Accanto a questa grande preoccupazione se ne aggiunge un'altra, la cui origine è più subdola. Il grande rischio per cui stiamo lanciando un allarme è sulla forza economica delle mafie. Stimiamo introiti per la ‘Ndrangheta di 30 miliardi l’anno nel traffico di stupefacenti. È un meccanismo consolidato, le mafie hanno bisogno di entrare nell’economia per collocare ricchezze, ed entreranno loro se non arrivano l’aiuto dello Stato». A sostenerlo è il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, ospite di “Mezz’ora in più” in onda su Raitre. «Lo Stato –  ha aggiunto – deve difendere l’economia legale e per farlo deve sostenere le imprese sane, azionare i meccanismi e controlli necessari che non deve essere ridotti alla burocratizzazione del sistema, il sistema deve essere fluido. Lo Stato sia vicino alle imprese per impedire alle mafie di entrare, deve dare i soldi in fretta e controllare che quel che da venga usato dalle imprese nella loro attività».

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