
Autismo e scuola: «Costruire relazioni è il primo passo verso l’inclusione»
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Torna l'appuntamento con la rubrica "Spazio Genitori" a cura dello psicologo reggino Gianni Trudu in edicola con Avvenire di Calabria. Il tema di questa settimana sono credibilità e coerenza nella trasmissione dei valori tra genitori e figli: si tratta di un binomio fondamentale.
Ma è davvero importante essere genitori credibili e coerenti? Credere è alla base del vivere. Pensiamoci bene: se non credessimo nelle persone, gli altri e noi stessi, la nostra vita sarebbe impossibile.
Nascendo facciamo esperienza dei nostri bisogni che, all’inizio della vita, sono prevalentemente fisiologici. Per bisogno, in psicologia, si intende uno stato di tensione, più o meno intensa, dovuto alla mancanza di qualcosa che appaghi le nostre varie esigenze. La riduzione della tensione si ottiene soddisfacendo il bisogno, colmando la mancanza.
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Un esempio: il neonato vive uno stato di tensione quando, per i morsi della fame, perde la condizione di benessere. Il piccolo piange, fino a strillare, per attirare l’attenzione di qualcuno, in genere e per comodità diciamo la madre, che nutrendolo riduce lo stato di tensione fino a placarlo. Così il neonato riconquista il benessere perduto.
Quando sperimenta la regolarità e la costanza del nutrimento, accudimento e cura, intervengono specifici processi psicologici che determinano in lui la “certezza” che continuerà ad essere oggetto di tali pratiche: così iniziamo a credere.
Man mano che cresce, il bambino comprende che è la madre (un altro distinto da sé) che soddisfa i suoi bisogni. Il piccolo crede che la madre non verrà meno nell’assolvimento delle pratiche accuditive e, per proprietà transitiva, crede in lei. Certo, non sempre è così.
Ma se finora non ci siamo estinti, il nutrimento, accudimento e cura non sono mancati e hanno “funzionato” nel mantenerci in vita. Via via, il mondo del bambino si popola di altre persone in cui poter credere: a fianco della madre fa la comparsa il padre. Successivamente, i familiari più prossimi assumono rilevanza. Man mano che il bambino si apre alla socializzazione, crede anche a persone estranee alla famiglia, per esempio gli insegnanti. Sono persone che si distinguono anche per altre attenzioni che gli riservano, appagando ulteriori bisogni fra i quali come la protezione, l’affetto e l’appartenenza.
Ancora una volta la regolarità delle azioni, comportamenti e impegni a loro favore, da parte delle persone che popolano il suo mondo, gli procurano e garantiscono benessere, li rende credibili, persone a cui poter attribuire credibilità. In psicologia, per credibilità si intende la caratteristica posseduta da una persona che ci permette di fare affidamento su di essa, proprio per il fatto che è credibile, nel presente come lo è stata nel passato.
PER APPROFONDIRE: Spazio Genitori. Valori etici di riferimento: esistono ancora?
Così si introduce un ulteriore elemento: la coerenza. Sempre in psicologia, la coerenza è intesa come assenza di contraddizione fra le proprie opinioni, più o meno dichiarate, e i comportamenti agiti. Nei confronti della persona credibile nutriamo l’aspettativa che sia coerente, nel presente e nel tempo.
Credibilità e coerenza dei genitori sono due parole chiave, imprescindibili, da considerare nel rapporto genitori/figli, su cui si gioca la significatività della relazione e la dinamica educativa. È sul piano della credibilità e della coerenza che i figli ci osservano, confidano in noi, ci “pesano” e ci giudicano.
Noi genitori sappiamo quanto sono esigenti, capaci di mettere sotto la lente d’ingrandimento i valori, i principi che proclamiamo, i nostri comportamenti, le decisioni prese. Soprattutto quelle che li interessano e riguardano. E noi sappiamo, per vita vissuta, che non sempre riusciamo a essere coerenti. Di ciò e su come provare a gestire queste situazioni nel rapporto con i figli, ci diremo nel prossimo “Spazio genitori”.
Ora, per chi vuole, è opportuno effettuare un “check up”, riguardo la nostra credibilità e coerenza. Ecco alcune domande per fare la “manutenzione” del nostro essere genitori: quanto sono coerente? Quanto sono credibile? Come gestisco le mie incoerenze? Pretendo coerenza per aspetti (come: ascoltare, rispettare gli impegni presi o farsi carico di qualcuno o qualcosa) per i quali sono incoerente?
Sono domande a cui si può rispondere singolarmente. Meglio se a porsi le domande sono entrambi i genitori e, insieme, provare a individuare possibili correlazioni fra i loro comportamenti e quelli dei figli.
Per informazioni, sollecitazioni o domande scrivere a spaziogenitori2022@libero.it.
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