Avvenire di Calabria

Torna l'appuntamento con la rubrica mensile sulla genitorialità a firma dello psicologo reggino, Gianni Trudu

Spazio Genitori. Valori etici di riferimento: esistono ancora?

In questa uscita, l'esperto si sofferma sul tema dei valori etici degli adulti: se e come vengono condivisi dai figli

di Gianni Trudu *

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Esistono ancora dei valori etici di riferimento? E se sì vengono davvero condivisi tra genitori e figli? Un interrogativo tutt'altro che semplice a cui prova a rispondere la rubrica mensile dello psicologo Gianni Trudu su Avvenire di Calabria.

La società liquida e la tentazione di barattare i valori etici

L’orrore della guerra che si sta consumando sotto i nostri occhi, che coinvolge altri esseri umani ci sgomenta e interroga. Cosa muove gli uni contro gli altri facendo scempio della vita altrui e propria? Quali sono i valori di riferimento che determinano o sono utilizzati per giustificare gli eventi ingiustificabili a cui assistiamo? Per chi, per cosa vale la pena giocarsi la vita? Passando da scenari che rischiano di essere planetari al contesto delle nostre famiglie (è il micro che costituisce il macro) ecco un tema che sembrava “non più di moda”: i valori.


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


La questione, invece, è attualissima e pone domande con notevoli risvolti educativi. In psicologia si attribuiscono due significati al termine “valore”.

Il primo significato del termine valore

Il primo è di carattere etico. I “valori etici” indicano i “significati ideali” che orientano le nostre scelte, i comportamenti, la qualità delle relazioni che intratteniamo. Se dichiaro, per esempio, che considero valore “la pace fra tutti gli esseri umani, senza distinzione di sorta”, i miei comportamenti dovrebbero essere improntati alla costruzione e mantenimento della pace nell’incontro e rapporto con tutti gli esseri umani, a prescindere dalle caratteristiche da loro possedute, o da me attribuite, non considerando le appartenenze o altri aspetti potenzialmente divisivi.

C’è di più. In base alla precedente dichiarazione, gli altri possono valutare i miei comportamenti, le espressioni, le omissioni come coerenti o incoerenti e da ciò ne discende la mia credibilità e il grado di fiducia che l’altro può nutrire nei miei confronti e, infine, la qualità della relazione che intercorre fra me e gli altri.

Il secondo significato del termine valore

Il secondo significato che in psicologia si attribuisce al termine “valore” è di natura “strumentale”. Fa riferimento a qualcosa che in virtù della soddisfazione di un bisogno, desiderio o interesse assume importanza, rilevanza, valore appunto.

Un esempio, fra quelli possibili, è il denaro. In genere, si ritiene che la sua disponibilità possa soddisfare una pluralità di bisogni dell’individuo. Fra le due accezioni esiste una gerarchia: i valori etici sono sovraordinati ai quelli strumentali. O almeno così dovrebbe essere perché siamo pienamente immersi in una cultura in cui assistiamo all’inversione della gerarchia dei valori: i “valori strumentali” sembrano essere prevalenti sui “valori etici”. In tal senso, è conosciuta dai più l’espressione “il dio denaro”. La si usa in riferimento alla presunta supremazia, potenza che esprimerebbe chi possiede il denaro.


PER APPROFONDIRE: Lo psicologo Trudu: «I genitori del Duemila? Iperprotettivi o disimpegnati»


Inoltre, dai valori derivano le norme, regole che sono poste a difesa e rispetto dei valori da cui scaturiscono. Ancora un esempio. Se “la pace fra tutti gli esseri umani, senza distinzione di sorta” è considerata un valore di assoluta importanza anche nella mia famiglia allora, da genitore, dovrò essere molto attento a non avere preferenze verso un figlio rispetto un altro.

Le norme che derivano dal valore

Diversamente getterei le basi per un rapporto divisivo, conflittuale fra i fratelli e in famiglia, con buona pace… della pace. Allora, anche in famiglia è necessario stabilire regole, le più condivise possibili, a cui tutti dovranno attenersi. Regole su come mantenere la pace, evitare o gestire conflitti che non si è riusciti ad evitare. E sarà necessario adottare un sistema premiante/sanzionatorio per il rispetto delle regole poste a salvaguardia della pace fra noi. In breve: i valori etici e ciò che ne discende sono alla base del processo educativo che forma e struttura la personalità dei nostri figli.

Da educatori consapevoli e responsabili, è doveroso porsi delle domande. Vi propongo un esercizio: ricavatevi uno spazio, prendetevi del tempo, domandatevi e scrivete le risposte, vi potrebbero tornare utili. A chi, a cosa do valore? In che modo i valori in cui dico di credere orientano la mia funzione educativa? I valori strumentali che propongo sono effettivamente al servizio dei valori etici? Anche dalle risposte dipende la qualità del rapporto educativo genitori/figli.


Per informazioni, sollecitazioni o domande scrivere a spaziogenitori2022@libero. it.

Articoli Correlati

Se essere famiglia è una vocazione

La testimonianza al centro di una rinnovata prospettiva di pastorale familiare, tra gli interventi: l’arcivescovo reggino e presidente Cec Morrone e il vescovo di Mileto Attilio Nostro.