Avvenire di Calabria

Un'esperienza intensa di fede, preghiera e condivisione per il gruppo Agesci RC 19 (Arghillà - Salice), che oggi partecipa all’apertura ufficiale del grande evento giubilare insieme a oltre un milione di giovani da tutto il mondo

Da Reggio a Roma: gli scout reggini tra i protagonisti del Giubileo dei Giovani

La testimonianza del Capo Clan, Natale Martorano: «Partiamo con il cuore colmo di gratitudine e la voglia di essere costruttori di pace, testimoniando la speranza che nasce dall'incontro con Dio e con gli altri»

di Francesco Chindemi

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Il Giubileo dei Giovani inizia ufficialmente oggi, 28 luglio, con l’arrivo di centinaia di migliaia di giovani pellegrini a Roma. Tra loro anche un nutrito gruppo proveniente dalla diocesi di Reggio Calabria-Bova, tra cui gli scout del Clan del gruppo Agesci RC 19 (Arghillà - Salice). Emozione, preparazione spirituale e desiderio di essere testimoni di speranza sono le coordinate che guidano questo straordinario pellegrinaggio di fede.

La preparazione: gioia e speranza come punti di partenza

Il gruppo scout del Clan Agesci RC 19 ha vissuto un intenso cammino di preparazione spirituale per il Giubileo dei Giovani, guidato dai capi e dall’assistente spirituale che li accompagna anche a Roma. A raccontarlo è Natale Martorano, capo clan. In queste ore in viaggio verso Roma con i propri ragazzi della Branca R/S.



«I ragazzi - spiega - hanno fatto un percorso che prevedeva dei momenti specifici guidati da noi capi e dall'assistente che sarà con noi al Giubileo, tratti di riflessione e preghiera utili per rafforzare la consapevolezza che la vera gioia trova origine nella speranza. Sognare, avere obiettivi, essere perseveranti nonostante le difficoltà è fare esperienza della speranza, della compagnia di Gesù sulla strada della vita. I ragazzi sono contenti, emozionati perché sanno che avranno la possibilità di incontrare e condividere l'esperienza con tanti altri giovani provenienti da tutto il mondo».

Tappa significativa: Santa Maria Maggiore e la preghiera per Papa Francesco

Tra le tappe più toccanti del pellegrinaggio romano per gli scout del Clan di Arghillà-Salice, «sicuramente c’è la visita alla basilica di Santa Maria Maggiore, dove Papa Francesco ha scelto di essere sepolto». «Lì - spiega Natale - ci soffermeremo per una preghiera».

Il ritorno? Tra stanchezza e gioia da condividere

Il Giubileo dei Giovani si concluderà con la Messa presieduta dal Santo Padre a Tor Vergata, dopo giorni di incontri, catechesi, pellegrinaggi e condivisione. I ragazzi, è convinto Natale Martorano, vivranno un’esperienza trasformante.


PER APPROFONDIRE: «Roma, tappa importante del mio cammino vocazionale»: il racconto di Santo Federico verso il Giubileo dei Giovani


«Sicuramente, i ragazzi torneranno da questa esperienza stanchi ma carichi, felici e pronti a donare quanto ricevuto alla comunità di appartenenza e a essere testimoni di speranza nelle circostanze che la vita riserverà», le sue parole.

Gli educatori: un cammino di fede condiviso con i ragazzi

Anche per gli educatori il Giubileo è un’esperienza forte e personale. Natale Martorano racconta ancora con emozione, nel ricordo del precedente che lo ha visto protagonista "giovanissimo" in evento simili, ma tanti anni fa: «Noi educatori partiamo con la voglia di imparare a sperimentare l'amore di Dio nell'incontro con l'altro. Un popolo che si muove per il Giubileo è un popolo che vuole imparare a essere costruttori di pace. Custodisco nel mio cuore gratitudine: 25 anni fa ero un giovane scout che sulla spianata di Tor Vergata durante il Giubileo pregava e sognava per la chiamata al matrimonio. Oggi torno a Roma con il frutto di quel grande amore: mia figlia, la mia comunità scout e l'impegno che tutto si modifica, cresce e trova compimento nell’amore di Dio».

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