Avvenire di Calabria

Continuiamo la nostra lettura dei primi numeri de L'Avvenire di Calabria

Dagli archivi: il Piano Marshall non arrivò in Calabria (1948)

Federico Minniti

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Continuiamo la nostra lettura dei primi numeri de L'Avvenire di Calabria. Ci trasferiamo al 1948 per osservare come, dall'osservatorio più a sud dello Stivale, veniva visto ed interpretato i primi governi (a guida Dc) del dopoguerra. Quali i problemi? Quali le soluzioni? Ebbene, sfogliando le pagine storiche – come è solito accadere dinnanzi alla cronaca onesta – si rievoca lo logica vichiana della ciclicità della storia.

Un esempio? 29 maggio 1948. Ecco i sottosegretari del governo, il terzo guidato da Alcide De Gasperi: tanti nomi, alcuni dei quali consegnati alla storia politica del Paese. Da Giulio Andreotti, “scudiero” di De Gasperi sino a Emilio Colombo all'agricoltura e Piersanti Mattarella (il fratello assassinato dalla mafia dell'attuale Capo dello Stato) ai Trasporti fino ad un giovanissimo Aldo Moro che ebbe un ruolo di governo considerato, all'epoca, “minore” da tanti, ma non da L'Avvenire di Calabria. «Il problema dell'emigrazione è essenziale per l'economia italiana. Bisogna tornare sull'argomento – si legge – accelerando frattanto la creazione di un Consiglio preposto». Era il tempo in cui gli italiani andavano all'estero, gran parte meridionali, e la preoccupazione era quello di gestire questo fenomeno. Una capacità giornalistica di centrare il cuore del problema andando oltre i facili populismi.

Ma la stampa cattolica del tempo aveva le idee chiare. Da un lato gestire l'emorragia dei giovani emigranti, dall'altra rendere più fruibile il territorio. Come fare? Sabato 5 giugno 1948. «”Sono stati autorizzati, nel 1947, spese per 90 miliardi di lavoro al Mezzogiorno” - scrive don Lembo riferendo le parole di De Gasperi - “essi costituiscono una prova visibile che a mano a mano che possiamo disporre dei mezzi intendiamo mantenere il nostro impegno per il Mezzogiorno». Gran parte dei fondi arrivavano dall'European Recovery Program (Erp) meglio noto come Piano Marshall.

Un annuncio in piena regola. In qualche modo sbugiardato – seppur con motivazioni profonde ed attuali che scopriremo a breve - il 26 febbraio 1949. Un articolo, in prima pagina a firma di Emilio Froncillo, titola “Il Piano Marshall batte alle porte della Calabria”. Si legge: «Così il piano ERP ha fatto il giro del Meridione per Campania, Puglia, Lucania e Sicilia, scartando però la Calabria». Il problema era l'incapacità dei burocrati locali di attrarre i fondi: «Si è fatto questo? Si sta facendo questo in Calabria? La risposta ai responsabili, ai competenti, ai tecnici che pur dicono di amare questa loro terra che tanto attende per tanto offrire». A restare vigili sembra di leggere le stesse identiche lamentele che vi sono oggi per lo spreco (per incapacità di utilizzo e rendicontazione) dei fondi comunitari.

«All'opera, dunque, - è l'invito di Froncillo – con passione sacrificio, ma soprattutto con collaborazione, schietta e feconda da parte di tutti». Un'onestà intellettuale e fattuale che – secondo quando ricostruito dai magistrati – non sempre latita in buona fede.

Articoli Correlati