
Reggio Calabria in lutto per Franco Arillotta, custode della memoria e della storia cittadina
Storico, giornalista e presidente dell’Associazione Amici del Museo, ha dedicato la vita alla ricerca e alla valorizzazione delle radici reggine

Riscoprire la profondità delle relazioni umane che caratterizzavano quell’epoca può offrirci una lezione preziosa
Il Medioevo è stato spesso etichettato come un periodo buio, associato all'immobilismo e al declino culturale. Tuttavia, la ricerca moderna, sia storiografica che sociologica, ha sfidato questa visione riduttiva. Mettendo in luce il dinamismo di un’epoca che ha gettato le basi di molti aspetti della società contemporanea. In effetti, il periodo medievale è stato un crocevia di sperimentazioni che hanno inciso profondamente sulle strutture sociali, politiche ed economiche. E ha visto il fiorire di modelli organizzativi che hanno ispirato l'evoluzione della società moderna.

Lungi dall’essere una stagione di stagnazione, l’epoca medievale si distingue per la sua capacità di creare innovazioni.
Le corporazioni artigiane, ad esempio, regolamentavano il lavoro e favorivano solidarietà e mutuo supporto. Prefigurando i principi delle odierne organizzazioni sindacali. Queste corporazioni, spesso con forti legami con la Chiesa, offrivano ai membri una rete di protezione. Simile a quella che oggi conosciamo come welfare. Allo stesso modo, l’esperienza dei comuni medievali ha introdotto forme di governo partecipativo che hanno influenzato i sistemi democratici moderni. I comuni, nati come risposte alle necessità locali di autonomia, hanno mostrato segni di democrazia rappresentativa e di partecipazione civica. Anticipando concetti di cittadinanza e di diritto di voto.
Questi tratti medievali si riflettono oggi in fenomeni come l’economia solidale e i modelli di co-housing, che testimoniano un ritorno alla cooperazione e alla condivisione per affrontare sfide globali. Come nelle fiere medievali, i mercati contemporanei sono luoghi di scambio economico e nodi essenziali di reti sociali e culturali. Le fiere medievali, infatti, erano momenti di commercio ma anche occasioni di incontro tra culture diverse. Creando un crogiolo di idee che prefigurava una forma primitiva di globalizzazione.
In termini sociologici, ciò che il Medioevo ci lascia è un esempio concreto di "capitale sociale". Ovvero il tessuto di relazioni che genera fiducia e collaborazione. Le comunità medievali, pur tra mille difficoltà, svilupparono legami profondi tra i suoi membri. Costruendo reti di supporto basate su una fiducia reciproca che andava ben oltre i legami di sangue. Questo tipo di capitale sociale, che fa della comunità il suo centro, si ripropone oggi nelle realtà moderne che cercano di riscoprire l'importanza di legami umani autentici. Come nei movimenti di solidarietà o nelle reti di mutuo soccorso che sorgono in risposta alle crisi economiche.
Tra l'altro, in una società sempre più dominata dalla velocità delle connessioni digitali, riscoprire la profondità delle relazioni umane che caratterizzavano quell’epoca può offrirci una lezione preziosa. La vita comunitaria medievale, pur nella sua semplicità, rispondeva a bisogni collettivi di identità e appartenenza, spesso mediati dalla religione. La Chiesa, in effetti, era sì un’istituzione spirituale ma anche un perno di unione sociale. In grado di influire sulla vita quotidiana dei singoli, creando legami tra persone, anche di diversa estrazione sociale. Oggi, questi bisogni trovano espressioni nuove in associazioni, movimenti culturali e reti informali, che cercano di riempire i vuoti lasciati dall’individualismo dominante.
Le crisi, come la devastante peste nera, rappresentano un altro aspetto emblematico di questa età.
Nonostante la catastrofe, le società medievali, secondo molti storici, seppero trasformare quel trauma in nuovo fermento, dando vita ai primi semi umanistici e poi rinascimentali. Questo esempio di resistenza storica ci invita a guardare alle sfide odierne. Come i cambiamenti climatici o le pandemie, con la consapevolezza che ogni crisi racchiude il seme di nuove opportunità. La comunità reagì creando nuove strutture comunitarie, religiose ed economiche che si adattavano alle necessità del momento.
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E allora, rileggere il Medioevo attraverso il prisma della sociologia non significa solo comprenderne la complessità, ma anche coglierne l’insegnamento. Innovare senza dimenticare il valore della comunità e della solidarietà. La capacità di resistere e rinnovarsi è uno degli insegnamenti più importanti che l’età di mezzo ci lascia. Un periodo che non andrebbe visto come un semplice anello di transizione tra l'antichità e il Rinascimento, ma come un capitolo fondamentale della storia umana. Il passato non è un peso, ma una risorsa, un terreno fertile da cui possiamo attingere per costruire il nostro futuro.
*Docente e saggista
**Sociologo

Storico, giornalista e presidente dell’Associazione Amici del Museo, ha dedicato la vita alla ricerca e alla valorizzazione delle radici reggine

Prestigioso riconoscimento allo storico reggino e presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria

Una mostra tra storia e memoria, per riscoprire l’Italia attraverso le ultime volontà dei suoi protagonisti.
Tags: Storia