Avvenire di Calabria

Dal docente di Agraria, un appello ai ragazzi per salvare il Creato «Tutelate gli alberi» Perchè? Rimangono i migliori antivirus

Di Fazio: «Il verde e i boschi sono la nostra salvezza»

Redazione Web

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di Salvatore Di Fazio * - La pandemia del Covid–19 ci ha mostrato città deserte, mute, cortine di cemento prive di vita. Ci ha costretto a comprendere l’urgenza di un rapporto responsabile con la natura e di un cambiamento di comportamenti, sistemi di produzione e modelli di sviluppo. Usciti dalla pandemia, dovremo ricostruire dalle fondamenta le nostre società, ripensarne gli stili di vita. Sappiamo già che nei prossimi anni gli investimenti per il rilancio dell’economia dovranno indirizzarsi a scelte sostenibili, che guardino alla salute del pianeta e alla qualità degli ambienti dove vivono le comunità. Non è un caso che il virus abbia fatto meno vittime nei luoghi meno inquinati e che abbiano sofferto meno coloro che vivono in prossimità di orti, giardini, aree verdi, boschi. Gli studiosi ci ripetono che le foreste guariranno il pianeta. Ma potremmo anche dire che il verde, gli alberi – ogni singolo albero – l’agricoltura, salveranno le città. Gli alberi sono importanti per l’ecosistema terrestre e l’arma più efficace contro il riscaldamento globale. Migliorano la qualità dell’aria, ci proteggono da frane e da inondazioni, dal freddo e dal caldo estremi. Regolano il ciclo dell’acqua, ospitano tante specie animali contribuendo alla tutela della biodiversità, ci accolgono quando cerchiamo silenzio, frescura, ricreazione, in amicizia con la natura e con gli altri. Gli alberi ci offrono risorse essenziali (legno, cellulosa, frutti, e tanti altri prodotti di matrice vegetale e animale), ma anche energia e servizi. Le giovani generazioni reclamano parchi urbani, infrastrutture verdi a supporto del traffico non motorizzato, spazi di socializzazione all’aperto. Occorrono nuove strategie di forestazione urbana. La sfida ambientale, così come quella contro il virus, si vincerà soprattutto nelle città. Così come in passato esse hanno aggredito lo spazio della campagna e della natura generando malessere – delle comunità, dell’ambiente – oggi comprendiamo che al verde dobbiamo far spazio proprio tra i palazzi in cui ci affolliamo e nelle periferie irrisolte. Il verde aiuta chi sta male a guarire, ma chi sta bene, lo aiuta a star meglio. Gli ospedali, le case di cura, le scuole una volta erano immersi in parchi e giardini ameni. Oggi ricoveriamo i nostri cari in luoghi tristi che generano depressione. Educhiamo i bambini in ambienti che non stimolano curiosità. Per legge dovremmo piantare un albero per ogni nuovo nato. Ce ne dovremo ricordare spesso, degli alberi e dei bambini. 

*Coordinatore CdL Scienze forestali e ambientali

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