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Riunione operativa a Palazzo Alvaro fortemente voluta dal Sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà e dal Consigliere Delegato alla Sanità Filippo Bova, in merito alla situazione dei dializzati reggini.
35 pazienti, 3 volte la settimana, partono alla volta della Sicilia per sottoporsi a 4 ore di pesanti ed indispensabili cure salvavita, con conseguenti disagi fisici, familiari ed economici, soprattutto in considerazione del fatto che la società di traghettamento Caronte&Tourist, ha interrotto l’erogazione dei biglietti a tariffa agevolata per i pazienti calabresi.
Il tutto con una spesa di 2 milioni e mezzo l’anno per la sanità calabrese, cifra che potrebbe essere utilizzata per la realizzazione di un centro dialisi a Reggio, consentendo loro di sottoporsi alle cure nella propria città, senza necessità di spostamenti. Le esigenze dei malati di reni punto cardine dell’intero incontro.
Un meeting che ha visto la partecipazione dei vertici dell’Asp di Reggio Calabria: il direttore generale Giacomino Brancati e il direttore sanitario Pasquale Misiti; il delegato comunale al settore, Valerio Misefari; il Segretario regionale Aned (associazione che riunisce pazienti dializzati), Antonio Montuoro e con lui Francesco Puntillo; il responsabile dialisi dell’Azienda Ospedaliera, Maurizio Ciccarelli; i responsabili dialisi di Melito, Maria Letizia Mannino, e di Palmi, Domenico Plutino.
Un meeting fattivo, quello realizzato dall’Amministrazione Metropolitana, in cui tutte le parti sono state rappresentate ed hanno avuto voce, tirando fuori proposte concrete per la risoluzione definitiva del problema dei dializzati. Un primo fondamentale punto su cui hanno convenuto tutti i partecipanti è stato che la dialisi è, e deve restare, pubblica.
Da Brancati e Misiti un’analisi completa della situazione relativa ai centri dialisi del territorio metropolitano, Scilla, Palmi, Taurianova, confortata dagli interventi degli operatori in attività negli stessi.
I delegati Comunale e Metropolitano alla sanità, Bova e Misefari, rendono nota la volontà del Sindaco di concedere i locali dei Ricoveri Riuniti, di proprietà del Comune, per la realizzazione del centro dialisi reggino che, secondo le prescrizioni di legge sarebbe sufficiente a contenere tutti i dializzati. Non trascurata alcuna soluzione, neanche quella di mettere a disposizione delle navette per accompagnare i pazienti nei vari centri dialisi.
Al vaglio dunque proposte e idee, possibilità e soluzioni, per rendere la vita di questa particolare categoria di pazienti un po’ più leggera, e la malattia meno insopportabile.
E’ Filippo Bova a tirare le conclusioni dell’incontro che ha portato a prevedere anche una razionalizzazione del personale per dar vita ad un terzo turno di dialisi che riesca ad inglobare un maggior numero di pazienti.
“Le esigenze dei pazienti sono le nostre precipue priorità – sono state le parole del delegato Bova -. Il tavolo di lavoro è un mezzo di confronto e interazione per tutti coloro, Enti e Istituzioni, che operano nella sanità o, comunque, al servizio del cittadino, al fine di ricercare, reperire e rendere concrete soluzioni che possano migliorare le condizioni di vita dei pazienti, il tutto nella piena cooperazione istituzionale. Questo è solo la prima di una serie di riunioni che porteranno ad un miglioramento e all’ampliamento dei posti dialisi nei centri del territorio metropolitano – conclude il delegato di Falcomatà – e, a medio termine, all’istituzione di un nuovo centro dialisi pubblico in città”.
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Nei giorni scorsi l’ex hotel era finito al centro delle polemiche circa l’eventuale nuova destinazione d’uso per accoglienza migranti.
Il 14 ottobre 1885 nasceva ad Agrigento il vescovo fondatore delle Suore Salesiane Oblate del Sacro Cuore. È stato Pastore di Bova dal 1933 al 1939.