Avvenire di Calabria

Diocesi: Grosseto, la visita del vescovo ucraino Semenyshyn. “Grazie per il vostro aiuto, noi vogliamo solo vivere”

di Redazione Web

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“Sono venuto soprattutto per dire al popolo maremmano: grazie a nome di tutto il popolo ucraino. So che in questa città, fin dai primi giorni dallo scoppio della guerra, la gente si è mobilitata. Siete stati i primi in Toscana! Questo lo so di sicuro e per questo vi ringrazio. Così come vi ringrazio delle preghiere per noi”. Così il vescovo Mykola Semenyshyn, ausiliare della arcieparchia di Ivano-Frankivs’k, nella parte occidentale dell’Ucraina. Il presule, 41 anni appena, è a Grosseto come ospite d’onore per le celebrazioni laurenziane 2023. Questa sera (9 agosto) presiederà la processione, domani, festa di san Lorenzo, il pontificale solenne nella cattedrale del capoluogo maremmano.
Il vescovo stamane, in Seminario, ha incontrato la stampa locale. “Noi vogliamo vivere! – ha detto – E’ il nostro nemico che vuole uccidere; noi vogliamo solo vivere! Vogliamo andare a lavorare, vogliamo andare in chiesa, vogliamo andare a scuola; vogliamo andare al bar per un caffè… vogliamo vivere! Ma nelle condizioni della guerra non possiamo farlo come vorremmo. Tuttavia quello ucraino è un popolo pieno di fede e ringraziamo Dio per esserci ancora e con Lui diciamo grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato, ci stanno aiutando e continueranno a farlo”. Dopo oltre un anno di guerra la situazione è molto difficile. Il vescovo ausiliare opera in una diocesi dove la vita è abbastanza tranquilla, ma i rischi ci sono sempre. “Prima di partire – ha raccontato – sono andato dal barbiere per tagliarmi i capelli. Davanti a me c’erano già altre persone e mi sono messo ad aspettare il mio turno. A un certo punto è suonata la sirena. Il barbiere ci ha detto che lì vicino c’era un rifugio: ‘Andate a ripararvi, noi continuiamo a lavorare’. Ma nessuno di noi si è andato a nascondere. Certo, non abbiamo fatto bene e grazie a Dio il missile non ci ha colpito. Il fatto è che siamo stanchi di nasconderci, stanchi di andare nei rifugi… Vogliamo vivere e questo ci dà la forza di non arrenderci”.

Fonte: Agensir

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