Avvenire di Calabria

Diocesi: mons. Trevisi (Trieste) ricorda i 4 antifascisti sloveni fucilati a Basovizza. “Giustizia e libertà sono sempre conquiste fragili”

di Redazione Web

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“Perché trovarci ancora a fare memoria dei quattro antifascisti sloveni (Ferdo Bidovec, Fran Marušič, Alojz Valenčič e Zvonimir Miloš) uccisi il 6 settembre 1930?”. Se lo è chiesto ieri, a Basovizza (frazione di Trieste), il vescovo di Trieste, mons. Enrico Trevisi, alla cerimonia commemorativa presso il monumento che ricorda i quattro antifascisti sloveni fucilati il 6 settembre 1930. “Perché l’ansia di giustizia ci accomuna”, ha detto Trevisi come prima motivazione. “Non ci rassegniamo di fronte al male: urla dentro di noi il dovere della giustizia. Chi è credente si rivolge a Dio proprio per essere forte e coraggioso contro le ingiustizie e perseverante nella costruzione di un mondo più giusto”. “Perché – ha proseguito – la libertà è ciò che ci fa uomini, e per i credenti è segno che siamo a immagine di Dio. La libertà è un bene prezioso da tutelare e da promuovere, per noi e per le nuove generazioni”. Terza ragione. “Perché la giustizia e la libertà sono sempre conquiste fragili, per certi versi sempre difettose, che vanno continuamente riconquistate, ogni giorno”. Dopo aver citato il Papa a Trieste il 7 luglio, che ha usato l’immagine del cuore per parlare della democrazia, di un cuore ferito e di un cuore risanato, Trevisi ha concluso: “Ecco perché noi siamo qui: per far fiorire una fraternità, per coltivare, come ha detto il Papa, ‘il coraggio di pensarsi come popolo. Ci vuole coraggio per pensarsi come popolo e non come io o il mio clan, la mia famiglia, i miei amici…. Appassioniamoci invece al bene comune’”.

Fonte: Agensir

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