Avvenire di Calabria

La nomina voluta dall'arcivescovo metropolita. monsignor Giuseppe Fiorini Morosini

Diocesi Reggio, padre Giacomo Engels è Canonico onorario

Antonio Marino

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“Il clima era rigido: la gioia dell’incontro, del condividere insieme il dono e del far memoria grata ha, tuttavia, reso infuocate le nostre giornate in terra belga”. Così, il Decano del Capitolo Metropolitano Mons. Antonino Denisi, sintetizza l’esperienza vissuta, ai primi d’ottobre, dalla delegazione diocesana reggina presso l’Abbazia benedettina di Chevetogne.

Fraternamente accolti dall’Abate Padre Lambert Vos, Mons. Denisi, don Antonino Pangallo, Direttore della Caritas Diocesana, e il Diacono birituale Mario Casile, hanno provveduto a consegnare all’indimenticato Padre Giacomo Engels la nomina, voluta dall’Arcivescovo Metropolita Padre Giuseppe Fiorini Morosini, a Canonico Onorario del Capitolo Metropolitano. Una nomina, sottolinea Mons. Denisi, “figlia di quel cinquantennio trascorso da Padre Giacomo sul nostra territorio, tra la nostra gente”. E si, perché fin dagli anni Sessanta, e fino a pochi anni fa, continua il Decano, “Padre Giacomo ha celebrato in rito greco–bizantino, facendo sperimentare al nostro popolo la spiritualità, la liturgia, la teologia dei Padri Orientali”.
 
L’intera vallata dell’Amendolea, e non solo, è stata la porzione “d’umanità che tutt’oggi lo ricorda: Bova, Gallicianò, San Lorenzo, Chorio, Bagaladi, Condofuri”. Tant’è che insieme alla nomina a Canonico, relativamente alla quale l’Abate Vos ha sottolineato che “Padre Giacomo è stato per noi tutti nel monastero di Chevetogne una vivida presenza della vostra tradizione spirituale e culturale con i suoi aspetti ecumenici e di impegno per l’auspicata riconciliazione tra i cristiani”, la delegazione diocesana reggina ha consegnato a Padre Engels anche l'attestato di benemerenza per la Cittadinanza Onoraria conferitagli sia dall’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria che da quella di Bova. La cerimonia di consegna, proprio a Chevetogne, è avvenuta il tre ottobre, all’ora sesta: trascorsi quindici minuti dalle ore dodici, ha avuto inizio il rito, culminato nell’imposizione della mozzetta, segno distintivo del Canonico. E se, negli occhi di Padre Giacomo, lampante era il luccichio della felicità, impastata con gratitudine e con una miriade di ricordi, Mons. Denisi, rivivendo, oramai rientrato a Reggio, l’esperienza, aggiunge: “a nome del nostro Arcivescovo, abbiamo chiesto all’Abate di non far venir meno, nella nostra Terra, la presenza di un monaco di rito greco–bizantino. E a quanto pare, come confidatoci al termine del pranzo offertoci, pare che qualche sorpresa si realizzerà”.
 
Tant’è che, prosegue Mons. Denisi, “Padre Giacomo ha mantenuta vivissima l’antica fiamma della spiritualità greca nella nostra Terra, costituendo la comunità bizantino–cattolica “San Cipriano”, a Cannavò, creando una piccola Chiesa–Eremo in stile bizantino. Mentre a Bova, su impulso dello stesso Padre Engels, la Chiesa dello Spirito Santo è stata resa idonea alla Celebrazione in rito greco–bizantino: tutt’oggi a presiedere i riti è il Diacono Mario Casile”. E se l’Abate Lambert Vos ha sottolineato d’essere “altamente onorati della visita della delegazione della Chiesa Metropolitana di Reggio Calabria, lieti di trasmettere la vivissima nostra gratitudine per l’onorificenza attribuita al nostro caro confratello”, il popolo reggino–bovese non può non dir grazie all’Arcivescovo Padre Giuseppe per aver voluto, con questa scelta, render vivo il grazie per un monaco capace, giorno dopo giorno, di ripristinare l’armonia e la sontuosità del rito orientale, in una Terra, la nostra, che fino alla metà del Diciassettesimo Secolo ne era anche culla.

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