Avvenire di Calabria

Da Lamezia Terme a Polistena, attraverso un pezzo d’Italia in cui si sperimenta una società e un’economia solidale

Dodici anni di Fondazione Con il Sud, viaggio nell’altra Calabria

Redazione Web

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In occasione del suo 12esimo compleanno, la Fondazione Con il Sud ha promosso la manifestazione “Con il Sud, Prima e Dopo”, andando a conoscere alcuni dei progetti più significativi avviati in Calabria. È stata l’occasione per conoscere meglio e raccontare un pezzo di Italia in cui si sperimentano una società e un’economia solidali, fuori dal pensiero unico e dalla retorica. Un viaggio partito giovedì da Lamezia Terme e conclusosi oggi a Polistena, con l’intervento del Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri intervistato da Giovanni Minoli.

«Qui vedo persone pulite, per bene, che fanno antimafia seria e concreta», ha dichiarato il Procuratore Nicola Gratteri. «Lavorano, rischiano e ci mettono la faccia. Servono persone così per sconfiggere le mafie, al di là della repressione. Magari non sono ancora moltissimi, ma quello che conta è l’idea: creare un modello sociale ed economico alternativo e reale. Questa è la strada giusta. Questo è l’antidoto al consenso sociale verso le mafie. Il mio compito di Procuratore è fare da testa di ariete, andare avanti per bonificare, derattizzare le aree infestate dalla ‘Ndrangheta. Queste associazioni completano e integrano il mio lavoro», ha considerato Gratteri. Sul tema dei beni confiscati alle mafie e sulla loro gestione non proprio efficiente, ha aggiunto: «La confisca è uno strumento formidabile, ma bisogna investire di più nell’agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati. Un minuto dopo il sequestro, devono intervenire queste associazioni che si impegnano e creano alternative, riempiono il vuoto. Non si può tenere un bene confiscato congelato per anni in attesa di una sentenza, bisogna renderlo fruibile il prima possibile».

Sullo stesso tema, il presidente della Fondazione Con il Sud Carlo Borgomeo ha aggiunto: «Abbiamo sostenuto 68 interventi di valorizzazione dei beni confiscati in tutto il Mezzogiorno. La vera vittoria sarà però quando i beni confiscati non saranno solo “simboli” del contrasto al potere mafioso, ma diventeranno occasione vere di sviluppo. Queste esperienze ci dimostrano che il sogno di un radicale cambiamento al Sud è possibile e va incoraggiato, raccontato e sostenuto». Durante il suo intervento Borgomeo ha sottolineato come la scelta di incontrare esperienze significative sostenute in Calabria, in compagnia di osservatori esterni quali i corrispondenti della stampa estera e i rappresentati di fondazioni europee, era funzionale non solo a fare conoscere e raccontare pezzi di Italia poco noti, ma anche aprire un dibattito sul ruolo degli enti di erogazione «che devono accettare la sfida di rischiare e di adottare la logica del fare “con” il territorio e non “per” il territorio».

Un viaggio che è partito da Lamezia con i ragazzi della Rom Lamezia Calcio della Comunità Progetto Sud; è proseguito nella Locride con il Gruppo Goel e le cooperative che contrastano la ‘ndrangheta con modelli economici alterativi ed etici e a Rosarno dove i giovani agricoltori italiani e stranieri del Consorzio Macramè lavorano un terreno confiscato e dove Medu – Medici diritti umani – offre assistenza ai lavoratori sfruttati dai caporali; per poi terminare sabato 13 ottobre nel Centro Padre Pino Puglisi a Polistena, con don Pino Demasi, Emergency, le donne e gli uomini che hanno ridato vita al palazzo confiscato al boss locale.

Sullo stesso tema, il presidente della Fondazione Con il Sud Carlo Borgomeo ha aggiunto: «Abbiamo sostenuto 68 interventi di valorizzazione dei beni confiscati in tutto il Mezzogiorno. La vera vittoria sarà però quando i beni confiscati non saranno solo “simboli” del contrasto al potere mafioso, ma diventeranno occasione vere di sviluppo. Queste esperienze ci dimostrano che il sogno di un radicale cambiamento al Sud è possibile e va incoraggiato, raccontato e sostenuto». Durante il suo intervento Borgomeo ha sottolineato come la scelta di incontrare esperienze significative sostenute in Calabria, in compagnia di osservatori esterni quali i corrispondenti della stampa estera e i rappresentati di fondazioni europee, era funzionale non solo a fare conoscere e raccontare pezzi di Italia poco noti, ma anche aprire un dibattito sul ruolo degli enti di erogazione «che devono accettare la sfida di rischiare e di adottare la logica del fare “con” il territorio e non “per” il territorio».

Il nostro viaggio è partito giovedì da Lamezia con i ragazzi della Rom Lamezia Calcio della Comunità Progetto Sud; è proseguito venerdì nella Locride con il Gruppo Goel e le cooperative che contrastano la ‘ndrangheta con modelli economici alterativi ed etici e a Rosarno dove i giovani agricoltori italiani e stranieri del Consorzio Macramè lavorano un terreno confiscato e dove Medu – Medici diritti umani – offre assistenza ai lavoratori sfruttati dai caporali; per poi terminare sabato nel Centro Padre Pino Puglisi a Polistena, con don Pino Demasi, Emergency, le donne e gli uomini che hanno ridato vita al palazzo confiscato al boss locale.

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