“Oggi sappiamo quanto sia pesante il rischio di restare prigionieri di un passato digitale, in una definizione, in una etichetta, ingabbiati in un web che non dimentica”. A declinare i “pericoli” della rete è stato don lvan Maffeis, direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della Cei, intervenendo a Rossano (Cs) al Seminario “Fake news e giornalisti di pace”, organizzato dall’Ucsi e dall’Ordine dei giornalisti per la Calabria. Ai giornalisti presenti don Maffeis ha additato la strada dell’ “accuratezza con cui si cerca di verificare le notizie”, sapendo che attraverso la professione è possibile “contribuire al bene del Paese, abitare il Paese”. Infatti, “nel tempo in cui siamo raggiunti da una mole di informazioni che ci nausea, siamo chiamati, nei dati che offriamo ai nostri fruitori, a costruire contesti”. Da qui l’esortazione: “si recuperi il valore della professione nella comunicazione della verità, educandoci al discernimento, alla verifica, all’attenzione alla persona”. Tra le dimensioni da recuperare, “il ruolo educativo che abbiamo nei confronti di tanti ragazzi che usano la rete”.
“È il tempo in cui dobbiamo tirare su la testa – l’invito ai giornalisti – e credere che la qualità della nostra informazione si farà strada in un tempo in cui per certi versi ne registriamo la crisi”. Prima del Seminario formativo, monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Rossano-Cariati, ha presieduto la Messa regionale dei giornalisti cattolici