Avvenire di Calabria

Si parla tanto di inclusione sociale parametrata ai territori. Ma qual è il reale «stato dell’arte» in riva allo Stretto?

Donne con disabilità: solo l’11% ha un’occupazione

Redazione Web

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di Sara Bottari * - L’inserimento nel mondo del lavoro delle persone disabili ha effetti estremamente positivi : contribuisce alla costruzione dell’identità, consente la percezione di sé come persona efficiente, incrementa l’espressione delle capacità e della creatività,offre la possibilità di confrontarsi, di instaurare relazioni sociali, di acquisire l’indipendenza economica e compiere in maniera autonoma le proprie scelte. L’occupazione è il principale fattore di inclusione sociale che permette l’applicazione concreti dei principi di non discriminazione, di pari opportunità e di integrazione dei cittadini disabili.
Sono fondamentali gli strumenti legislativi quali la Legge n°68 del 12 marzo 1999 che sancisce le forme di promozione dell’inserimento lavorativo e stabilisce una serie di agevolazioni a chi assume, e gli strumenti finanziari, quali il Fondo Sociale Europeo e le borse lavoro promosse da Enti pubblici locali (Regioni, Comuni, Province). Nonostante le innovazioni legislative e le molte iniziative attivate anche grazie a finanziamenti europei, in Italia il tasso di occupazione fra i disabili è pari al 21% e, in particolare le donne disabili sono notevolmente svantaggiate rispetto agli uomini: le prime hanno un tasso di occupazione dell’11% e i secondi del 29% Da una ricerca realizzata nel 2005 da Agiduemila (associazione di volontariato che si occupa di promuovere e valorizzare il ruolo delle donne disabili a Reggio Calabria) su assegnazione da parte di PS Focus (Patto Locale per l’occupazione della persone svantaggiate e disabili) con il contributo della Comunità Europea, del Ministero del Lavoro, della Regione Calabria e della Provincia di Reggio Calabria, è emerso che la situazione lavorativa delle donne diversamente abili non si presenta tra le migliori: la normativa esiste, ma non è sufficientemente attuata.
A fronte di alcune esperienze di successo di donne che, spinte da una forte motivazione personale e sostenute dalla famiglia, dagli amici, dalle associazioni di volontariato, sono riuscite a superare le discriminazioni e grazie, talvolta, alla partecipazione a corsi di formazione, si sono inserite nel mondo del lavoro, vi sono gli insuccessi di tante donne disabili che, a causa del continuo ripetersi di situazioni sfavorevoli, si sono lasciate travolgere dai problemi della realtà in cui vivono senza riuscire a costruire un proprio percorso professionale, perseguirlo con tenacia e portarlo a compimento.
È auspicabile che barriere burocratiche e mentali vengano completamente abbattute e che gli Enti competenti e i soggetti interessati interagiscano con efficacia affinché l’inserimento lavorativo delle donne disabili non continui ad essere un’utopia.

* presidente Agiduemila

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