Avvenire di Calabria

Sulle cronache dei mass media dilaga la piaga dello sballo. E dei giovanissimi attratti dalla droga esibita come status symbol

Droga e minori, riflessione di Marziale: «Nessuno ha più alibi»

Redazione Web

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Festini a base di droga e sesso. Da “Villa Inferno” nel Bolognese a “Terrazza Sentimento” nel cuore di Milano. Sulle cronache dei mass media dilaga la piaga dello sballo. E dei giovanissimi attratti dalla droga esibita come status symbol. Appare sempre più  difficile trasferire alle nuove generazioni il valore della vita e la pericolosità della cultura della morte che c’è dietro la dipendenza dalle sostanze. E’ l’effetto di una crisi educativa.

È la figura di un adulto che sia testimone credibile a mancare ai giovani. Qualcosa non funziona nella sensibilizzazione anti-droga della società. E la Chiesa è in prima linea per soccorrere le vittime della droga. È la pastorale degli ultimi. “Nessuno ha più alibi. Abbiamo toccato il fondo del fondo. Lasciandoci sfuggire i minorenni dalle mani, per ritrovarli, maschi e femmine, in festini a base di alcol e stupefacenti”, afferma a Interris.it il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori.

“Stupratori e stuprati con l’inganno di uno sballo sintetico, che inibisce la volontà e agevola i malintenzionati”, sottolinea a Interris.it.  Prosegue Antonio Marziale: “Abbiamo dato loro la facoltà di guidare il mezzo più potente al mondo. Il web. Senza fargli fare gli esami per la patente. Tra l’altro ponendoci loro come cattivi maestri di guida. Perché il medium lo usiamo più e peggio di loro“.

Evidenzia a Interris.it il presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori:”Abbiamo ipersessualizzato la comunicazione. Dando per scontato che oggi siano più maturi gli adolescenti rispetto a ieri. Ma di fatto lavandoci le mani come Ponzio Pilato“. Puntualizza il sociologo. “Abbiamo costruito una società che abbisogna di Garanti per l’infanzia e l’adolescenza perché come genitori abbiamo fallito. Come docenti anche”. Prosegue Antonio Marziale: “Ci facciamo dare del ‘tu’. Immaginando che la tecnica sia efficace per averli più amici. Quando loro in noi non cercavano amici, ma adulti di riferimento”.

Sottolinea Marziale a Interris.it: “Ci è sfuggito di mano tutto. Anche le leggi che un tempo regolamentavano il rapporto tra comunità adulta e minori. Pur non essendo mai state abrogate, è come se non esistessero. Siamo ad un punto difficile. Ma non possiamo permetterci di perdere ulteriormente il controllo. Stuoli di ragazzine tornano a casa violentate. Rovinate per sempre. E la colpa non è solo dei violentatori”. E aggiunge il  presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori: “La responsabilità principale è di chi dovrebbe tutelarli e non lo fa. Magari perché impegnato a scrivere sui social. E rammento una ragazzina. Nel corso di una mia conferenza all’Istituto salesiano a Verona. ‘Senta, dottor Marziale, perché non viene a casa mia? Vedrà che esempio mi danno i miei genitori’. Rimasi di ghiaccio!”.

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