Avvenire di Calabria

Dalle case sottratte ai boss e riconsegnate alla gente al recupero della Ciambra, fino alla riqualificazione totale dell’ex Foro Boario.

Edilizia residenziale, i tre progetti della Città Metropolitana

Redazione Web

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La Città Metropolitana si candida, con tre progetti per un valore complessivo di oltre 35 milioni di euro, al Programma Qualità Abitare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. «Proposte – hanno spiegato il sindaco Giuseppe Falcomatà ed il consigliere delegato alle Politiche della casa Domenico Mantegna - per dare una risposta alla crescente domanda di abitazioni di edilizia residenziale sociale e per la rigenerazione e rifunzionalizzazione di aree degradate».
Il primo progetto si chiama “Casa nostra”, vale quasi di 8,2 milioni di euro, ed è un piano di riqualificazione e rigenerazione per la collettivizzazione e il riutilizzo, a fini residenziali, di immobili confiscati alla ‘ndrangheta. «Prevede – hanno aggiunto Falcomatà e Mantegna - la realizzazione di una serie di interventi su immobili confiscati e assegnati a quei Comuni che abbiano la necessità di soddisfare esigenze abitative». Dunque, torneranno alle collettività di Benestare, Marina di Gioiosa e Rosarno le ricchezze usurpate dalla mafia. «Sempre a Rosarno – hanno continuato - saranno completate le Palazzine realizzate con i Fondi Pisu per l’emergenza abitativa dei migranti stagionali».
“‘A Ciambra, un’altra storia è possibile!”, invece, è il progetto da 12 milioni di euro che prevede l’ammodernamento urbano e sociale del quartiere ghetto Ciambra di Gioia Tauro, balzato agli onori della cronaca internazionale per l’omonimo film trionfatore ai David di Donatello e al Festival di Cannes. Mediante la partecipazione al Programma Qualità Abitare, l’amministrazione Falcomatà «mira a consentire all’Aterp Calabria di intervenire per la completa ristrutturazione e riqualificazione del caseggiato per il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti e, al Comune di Gioia Tauro, di realizzare la bonifica totale dell’area, prevedendo l’installazione di moderni sistemi di controllo e raccolta dei rifiuti urbani, la realizzazione di un sistema di smaltimento delle acque reflue e la bitumazione e illuminazione della strada». Inoltre, è previsto un programma di infrastrutturazione sociale per «la scolarizzazione dei minori e offrire agli adulti un’alternativa all’illegalità, con l’attivazione di un centro di medicina solidale per garantire agli abitanti di ricevere cure specialistiche, sul modello Arghillà di Reggio Calabria».
“Che Macello!”, poi, è il nome che accompagna l’idea di rigenerazione del Foro Boario di Reggio Calabria, un’area di oltre 25.000 metri quadrati, in gran parte di proprietà dell’Atam SpA. Un piano da circa 15 milioni che punta alla riqualificazione ed al recupero strutturale e funzionale degli storici edifici dell’ex Mattatoio, sottoposti a vincolo della Sovrintendenza Archelogica ed oggi del tutto inutilizzati ed inutilizzabili. «Attraverso questa proposta – hanno affermato il sindaco Falcomatà ed il consigliere Mantegna - la Città Metropolitana vuole realizzare un Museo delle Arti e dei Mestieri ed un Museo del Trasporto, la cui costituzione e gestione sarà di competenza dell’Azienda dei trasporti». All’interno dell’area è prevista la realizzazione di Parco della Terza età dedicato al comfort e alla socializzazione delle persone anziane.
Ed ancora: «Sarà realizzato uno spazio dedicato a bike e car sharing, grazie alla composizione degli stalli di sosta per auto e bici anche elettriche, l’installazione delle colonnine di ricarica, fruibili sia per gli utenti che dal parco mezzi della Atam. In caso di accoglimento della proposta, l’intervento «potrà riguardare anche la riqualificazione dell’adiacente Orto Botanico di proprietà della Stazione Sperimentale delle Industrie delle Essenze della Camera di Commercio di Reggio». In caso di superamento della prima fase di valutazione e, successivamente, di accoglimento delle proposte di intervento, «i soggetti attuatori di tutti gli interventi saranno gli enti proprietari dei beni oggetto delle proposte».

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