Avvenire di Calabria

Anche Un Mondo di Mondi si pronuncia dopo la pubblicazione della graduatoria di emergenza abitativa da parte del Comune

Emergenza abitativa, «molte contraddizioni nel regolamento»

Redazione Web

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«Dopo tanta attesa, lo scorso 14 luglio, il Comune ha pubblicato la graduatoria delle domande di emergenza abitativa, l’atto è in sé positivo ma presenta fin troppi limiti», esordisce così la nota stampa di Giacomo Marino e Cristina Delfino (Un Mondo Di Mondi), CSOA Angelina Cartella, Società dei Territorialisti/e Onlus, Reggio Non Tace, Collettiva AutonoMia.
«Per la prima volta, attraverso una graduatoria, le emergenze abitative a Reggio Calabria potranno essere gestite in modo più trasparente rispetto al passato - si prosegue - L'idea di una graduatoria per le emergenze abitative nasce, soprattutto, dalle richieste presentate dalle associazioni a partire dal 2016, per superare la discrezionalità gestionale attribuita al sindaco dalla normativa regionale (art. 31 LR 32/1996), evitando quindi che le assegnazioni per emergenza abitativa possano avvenire in modo arbitrario e clientelare. Le richieste delle associazioni, riviste dai consiglieri comunali in commissione, hanno portato nel gennaio 2018 all’approvazione di un regolamento comunale e pochi giorni fa finalmente alla pubblicazione della prima graduatoria. Purtroppo i consiglieri comunali hanno accolto la richiesta di regolamentare le assegnazioni delle emergenze abitative, ma non le proposte specifiche per rendere più efficace e coerente la regolamentazione, tra le quali una procedura informatica e la priorità per le emergenze più gravi. Il regolamento approvato infatti presenta molte contraddizioni che oggi si manifestano nella graduatoria e nel tortuoso percorso che ha portato alla sua pubblicazione. I risultati e i tempi biblici lo evidenziano. Dalla graduatoria pubblicata risultano complessivamente presentate 311 domande per emergenza abitativa, a partire dal mese di aprile 2018 – data della pubblicazione del modulo di domanda - fino a poche settimane fa. Di queste 311 domande, 7 sono “sospese”, mentre ben 278 sono state valutate non ammissibili, vale a dire il 91,44% delle domande prese in esame. Solo 26 sono risultate ammissibili, ossia l’8,56%. Il regolamento comunale prevede all’articolo 9 che le domande possano essere inammissibili se non contengono gli elementi previsti dal modulo di domanda predisposto dal Comune e/o gli allegati necessari. Questo significa, ci chiediamo, che 278 domande sono state compilate male? Se così fosse, l’articolo 9 del regolamento comunale prevede anche che durante l’istruttoria preliminare possano essere richieste integrazioni e delucidazioni. Quindi in caso di errore formale presente nella domanda e, soprattutto per i casi di provata emergenza abitativa, la Commissione avrebbe potuto chiedere delle integrazioni per superare l’eventuale errore. Un dato paradossale che inoltre emerge - si aggiunge - è proprio la grave penalizzazione dei casi di emergenza abitativa più gravi, ossia gli sfratti e le violenze domestiche. Questo è, soprattutto, dovuto al regolamento, che non fissa alcuna priorità tra le emergenze più gravi e quelle meno gravi, con il risultato che i casi di sovraffollamento dell’alloggio finiscono col precedere in graduatoria quelli di sfratto esecutivo e di violenza domestica. Tuttavia, il regolamento consente di presentare istanza di riesame. Certo, trattandosi di situazioni di emergenza, il fattore tempo ha un’importanza non secondaria. E dunque se, a nostro avviso, i risultati sono paradossali, i tempi non lo sono da meno. Le emergenze abitative sono situazioni che dovrebbero essere trattate necessariamente entro tempi brevi per evitare le gravi conseguenze. Basta pensare agli sfratti esecutivi delle famiglie a basso reddito e alle violenze domestiche ai quali si dovrebbe rispondere tempestivamente. I tempi invece sono stati incredibilmente lunghi. Dopo l’approvazione del regolamento, il 25 gennaio 2018, ad aprile dello stesso anno è stata avviata la presentazione delle domande; ma la Commissione prevista dallo stesso regolamento, per valutare le istanze e redigere la graduatoria, è stata costituita 22 mesi dopo, a novembre 2019. Dopo la sua costituzione, la Commissione ha lavorato con estrema lentezza. Ci sono voluti otto mesi per valutare le 311 domande presentate e per redigere la relativa graduatoria. C'è da chiedersi entro quanto tempo verranno assegnati gli alloggi alle 26 famiglie ammesse in graduatoria. E anche quali saranno i tempi di risposta della Commissione alle istanze di riesame che saranno presentate nelle prossime settimane», si conclude. 

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