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Un’altra estate difficile per Reggio Calabria, alle prese con la siccità e le inefficienze della rete idrica. Per la prima volta, Sorical, subentrata al Comune, ha gestito l’emergenza. Ne parla l’amministratore unico, Cataldo Calabretta, in questa intervista rilasciata al settimanale Avvenire di Calabria.
L’assenza di piogge, insieme a sprechi e infrastrutture obsolete, ha messo in ginocchio la città di Reggio Calabria. Il nuovo gestore Sorical (Società Risorse Idriche Calabresi) ha intensificato i controlli sugli allacci abusivi, in collaborazione con la Guardia di Finanza, mentre il Comune ha imposto restrizioni severe sull’uso dell’acqua potabile.
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Nonostante le misure adottate, la crisi persistente, evidenziata dagli scarsi livelli di acqua raggiunti dall’invaso del Menta, necessita di interventi strutturali a lungo termine per garantire una gestione più efficiente delle risorse idriche. A sottolinearlo sulle nostre pagine è lo stesso amministratore unico di Sorical, Calabretta.
L’assenza di precipitazioni, anche nevose, non ha permesso alle falde di ricaricarsi; di conseguenza, oggi ci troviamo con sorgenti e pozzi con cali significativi di produzione di acqua potabile. L’assenza di neve e precipitazioni importanti dell’ultimo inverno non ha consentito nemmeno all’invaso del Menta di raggiungere il livello degli altri anni e siamo stati costretti a ridurre i prelievi per poter avere riserve fino al prossimo inverno.
Allacci non conformi, cioè direttamente sulle condotte di adduzione; utilizzi impropri, soprattutto da chi non paga l’acqua, sono i motivi che ci hanno indotto a intervenire con decisione per ridurre gli sprechi.
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L’acqua che, nonostante la grave siccità, è disponibile ai serbatoi di Reggio Calabria, potrebbe bastare se venisse usata in modo oculato e le reti idriche fossero più efficienti.
Oggi stiamo affrontando l’emergenza riefficientando pozzi e sorgenti, portando l’acqua con grandi autobotti in questi quartieri e paesi dove non ci sono fonti alternative. Abbiamo un piano a medio e lungo termine per assicurare l’accesso all’acqua potabile per il futuro, lo abbiamo definito con Arrical, condiviso con la Regione e trasmesso al governo. Si tratta di interventi di centinaia di milioni di euro. Nel frattempo, dobbiamo utilizzare bene l’acqua che abbiamo e anche per questo stanno per partire i progetti per rendere le reti idriche più affidabili ed efficienti.
La Puglia ha una scarsità di risorse idriche e importa acqua dalla Basilicata e dalla Campania. Questa situazione ha portato alla creazione di Acquedotto Pugliese, la più grande azienda idrica del Sud e tra le migliori d’Italia. I cittadini pugliesi pagano il servizio, e si registra un tasso di morosità molto basso. L’incasso della tariffa permette di investire ogni anno centinaia di milioni di euro per ammodernare la rete. La Calabria, invece, è l’ultima regione d’Italia dove il servizio idrico è ancora gestito dai comuni con risultati scarsi e reti obsolete.
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Solo due anni fa è stata completata la riforma che permetterà a Sorical di subentrare nella gestione idrica di tutti gli enti, un processo che richiederà ancora alcuni anni. Con il completamento dei progetti di ingegnerizzazione delle reti potremmo essere nelle condizioni di gestire il servizio nei primi 80 comuni, dove vive l’80% dei calabresi. Nella depurazione la situazione è più complessa: Sorical dovrà assumere la gestione di 550 depuratori, a differenza di Acquedotto Pugliese, che ne gestisce 175.
Sprecando poco e facendone un uso più responsabile, oggi non è così.
Occorre investire molto, stiamo già facendo il revamping di pozzi e sorgenti e bisogna mettere ordine nelle reti di distribuzione per poter garantire l’acqua potabile a tutti. Poi occorrerebbe costruire in alcune zone periferiche reti per l’acqua non potabile ad uso agricolo e industriale, magari, come in Puglia, utilizzando anche i reflui dei depuratori.
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