Avvenire di Calabria

Hanno «occupato» le scale di Palazzo Campanella; si tratta di un gruppo di fasce tricolori che rappresentano diverse aree dell'hinterland metropolitano

Emergenza rifiuti, sit-in dei sindaci reggini davanti la Regione

Federico Minniti

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Alla fine erano 11 (su 97), le fasce tricolori presenti fuori da Palazzo Campanella. La chiamata «alle armi» del sindaco metropolitano ha funzionato a metà: nonostante il documento unitario inviato pochi giorni fa alla Regione Calabria, sui gradini della sede del Consiglio regionale si sono presentati in pochi. Un dato del sit-in pacifico di stamattina, 18 maggio, a Reggio Calabria, ma non l'unico. «Non possiamo assumerci altre responsabilità, - ha dichiarato il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà che ha guidato la protesta - gli unici che possono capire come sbloccare la situazione sono alla Regione Calabria. Siamo i primi ad aver evidenziato l'urgenza dall'uscire dalla logica delle lobby private, questo significa una riduzione dei costi».

 
Torniamo ai dati emersi dal sit-in. La presenza degli amministratori certifica l'assenza di un dialogo istituzionale tra gli Enti locali da loro amministrati e il vertice politico della Regione, vero convitato di pietra delle polemiche degli ultimi giorni. Nonché la crisi di un sistema nelle mani di pochi (privati). Le proteste, in verità, si sono moltiplicati a capannelli su tutto il territorio calabresi: il punctum dolens è la chiusura dell'unica discarica operante, oggi, in Calabria. Si tratta di un impianto privato in località Columbra, a Crotone. Avete capito bene: l'unico presidio in cui si può conferire la spazzatura in Calabria non è pubblico, bensì è di proprietà della Sovreco, una società che dal 2015 (gestione Oliverio) smaltisce migliaia di tonnellate al giorno. Un monopolio, quello della Sovreco, ottenuto attraverso un affidamento diretto e che, con cadenze semestrali, va avanti di proroga in proroga. E ad ogni rinnovo c'è un gioco a rialzo da parte dei gestori che sono passati dai 72.99 euro pattuiti col primo contratto sino agli attuali 138.50 euro a tonnellata. Quasi il doppio. 
 
Un aumento esponenziale dettato dal perenne stato d'emergenza in cui versa la gestione del ciclo dei rifuti in Calabria. Era l'estate del 2019, quando l'ultima crisi ha portato a strappare la recente proroga milionaria. Il problema, quindi, è economico. Ma anche politico: gli ecodistretti di Gioia Tauro e Catanzaro e gli impianti di Rossano e Sambatello non sono funzionanti. E per portarli a regime ci vorranno anni. Col subentro di Jole Santelli, però, lo strapotere della Sovreco ha trovato una brusca interruzione: l'attuale governatrice non ha siglato l'ulteriore proroga.
 
Lo stop, però, sta gravando sui sindaci alle prese con proteste clamorose, come qualche giorno fa a Bagnara Calabra, e la crescente insofferenza dei propri cittadini. «Ripeto, la risposta può darcela soltanto la Regione Calabria - ha ribadito Giuseppe Falcomatà che ha parlato a nome dei sindaci intervenuti durante la protesta pacifica - è un problema di garanzia del servizio che oggi è palesemente compromesso in quanto non raccogliamo i rifiuti da 12 giorni e si sta trasformando in un problema igienico-sanitario, una vera e propria emergenza nell'emergenza. E la prossima deriva è chiara quale possa essere: un vero e proprio problema di ordine pubblico. Questo - ha chiosato il primo cittadino - non può assolutamente accadere».

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