Avvenire di Calabria

Quasi seimila studenti reggini, da mercoledì 19, saranno alle prese con l'inizio degli esami, esordiranno con la cosiddetta madre di tutte le prove, quella d’italiano

Esami di Stato, domani è il grande giorno: al via la prima prova

Guido Leone *

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Finite le lezioni si sono aperte le porte delle vacanze per la gran parte dei settantanovemila studenti delle scuole di ogni ordine e grado della nostra provincia. A sospirare ancora saranno i quasi diecimila piccoli allievi della scuola dell’infanzia che termineranno le loro attività educative a fine mese. Mentre i 5.400 ragazzini delle scuole medie inferiori della provincia di Reggio Calabria hanno iniziato a conquistarsi la loro minimaturità, nelle scuole superiori lunedì 17 giugno si insedieranno le commissioni per gli esami di Stato che quest’anno interesseranno circa 5.900 candidati. Entra nel vivo, dunque, nella prossima settimana la maturità 2019. Parliamo della maximaturità, quella degli studenti che hanno completato l’iter degli studi superiori e che da mercoledì 19, inizio degli esami, esordiranno con la cosiddetta madre di tutte le prove, quella d’italiano.

L’esame di maturità compie 96 anni e, come noto, da undici anni ripropone per ogni due classi una commissione esaminatrice mista, ossia composta da membri interni già facenti parte del consiglio di classe e da membri esterni nominati dal Ministero, oltre al Presidente anche egli proveniente da altra scuola.

Nessun rimpianto per l’eliminazione della terza prova multidisciplinare, una semplificazione attesa e auspicata, né per la soppressione della tesina. L’introduzione nelle seconda prova scritta di coppie di materie caratterizzanti il corso di studi (latino e greco, matematica e fisica, ecc.) potrebbe essere letto come un omaggio all’integrazione in “aree” delle discipline. Ma è davvero così? Fin dagli anni ’70 si parla nella scuola di “interdisciplinarità”, ma finora, tranne la pratica in alcune scuole innovative dell’apprendimento basato sui progetti, non solo non si pratica l’interdisciplinarità, ma nemmeno la multidisciplinarità.

Infine l’aumento dei crediti scolastici accumulati nel triennio (40%), per cui l’esame conterà solo per il 60% nel voto finale (finora valeva il 75%), rappresenta una significativa riduzione dei rischi delle novità di questa maturità 2019: è sicuro che non ci saranno sorprese. Il dato vero è che l’esame di stato, con il 99,5% dei promossi, ha perso valore e l’ingresso all’Università è ormai quasi ovunque garantito solo dalle prove preselettive di ingresso fatte direttamente dalle università. Tuttavia sembra positiva l’introduzione delle griglie nazionali di correzione, mettendo così mano a un punto critico che stava minando sempre più il valore riconosciuto all’esame, a causa delle forti disparità di valutazione sul territorio spesso contrastanti. Resta da capire se il restyling risolverà il problema che attanaglia l’Italia dell’istruzione. Con i migliori ai test Invalsi ubicati al Nord e i diplomati eccellenti residenti al sud.

* già dirigente tecnico Usr Calabria

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