Avvenire di Calabria

Domenica scorsa, durante il referendum, l’episodio ha coinvolto un elettore con disabilità visiva

Reggio Calabria, non vedente al seggio: «Ho dovuto insistere per votare»

Fortunato Pirrotta, per anni dirigente UICI: «Aveva il codice sulla tessera elettorale ma il presidente di seggio chiedeva un ulteriore certificato»

di Redazione Web

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Fortunato Pirrotta, cittadino non vedente di Reggio Calabria, racconta cosa è accaduto durante il voto per il referendum. Una testimonianza che riaccende l’attenzione sui disagi vissuti dalle persone con disabilità.

Un diritto garantito, ma non sempre riconosciuto

«Domenica scorsa, come il 30% degli italiani, mi sono recato alle urne per esercitare il mio diritto di voto». Così inizia il racconto di Fortunato Pirrotta, cittadino reggino non vedente, per lunghi anni dirigente dell'Unione italiana ciechi, che ha voluto condividere pubblicamente quanto accaduto in un seggio di Reggio Calabria durante le operazioni di voto per i referendum dell'8 e 9 giugno 2025.



Pirrotta aveva preventivamente richiesto al Comune l’apposizione del codice sulla tessera elettorale che consente, a chi ha impedimenti fisici permanenti, di essere accompagnato nella cabina elettorale. «Tale codice viene rilasciato solo dopo la verifica da parte del Comune che accerta i requisiti necessari», chiarisce.

L’ostacolo "imprevisto" al seggio

Al momento del voto, però, qualcosa non è andato come previsto. «Purtroppo, il Presidente del seggio insisteva che avrei dovuto presentare anche il certificato dell’Asl, sostenendo che la documentazione in suo possesso lo richiedeva. Nonostante le mie rimostranze, con cui spiegavo che da oltre 16 anni tale codice è valido fino alla scadenza della tessera elettorale, non ha voluto desistere».


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Solo quando Pirrotta ha preso il cellulare per contattare le autorità competenti, il presidente del seggio ha deciso a sua volta di chiamare il Comune. «A quel punto – racconta – il Comune ha confermato quanto da me affermato e mi è stato consentito di votare».

Non un caso isolato

Il racconto non si limita a un episodio personale. «Purtroppo, episodi simili in passato mi sono già capitati e, peggio ancora, ad altre persone con disabilità visiva è stato impedito di votare, costringendole a tornare a casa umiliate, alcune addirittura in lacrime».



Pirrotta parla con chiarezza e fermezza: «Ritengo che in una società civile non possano verificarsi situazioni del genere. È tempo di non tacere più, far valere i diritti sanciti dalla legge e pretendere il rispetto dovuto».

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