Avvenire di Calabria

Vacanza per circa quaranta famiglie nel segno di San Francesco d'Assisi

Fratelli e sposi: le coppie di Cosenza sulle orme del Fraticello

I coniugi hanno vissuto un cammino di studio e preghiera in Sila, a Lorica

Zaira Sorrenti

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Una breve ma straordinaria vacanza quella che circa quaranta famiglie hanno vissuto insieme al loro vescovo, mons. Francesco Nolè, in Sila, a Lorica, dove si sono ritirate per ritrovarsi, come sposi e come comunità in cammino.

Per il terzo anno consecutivo, l’Ufficio di Pastorale Familiare dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano ha proposto ai coniugi di ritagliarsi un tempo per fermarsi e “accordarsi”,  trovare un nuovo equilibrio e percorrere insieme una nuova tappa coniugale; ritrovando l’armonia persa, se il noi, primo figlio del matrimonio, è stato trascurato e, come un pianoforte scordato, stona.

Ci siamo scordati!”: con questa esclamazione hanno, perciò, introdotto i lavori del campo i coniugi Marino, responsabili dell’UPF diocesano - “Scordati non solo del “noi” ma anche e soprattutto di essere fratelli, figli dello stesso Padre. Abbiamo bisogno di ricordare da dove veniamo riscoprendo la bellezza della fraternità. A partire da noi coniugi”.

Ed ecco l’esempio luminoso di Francesco d’Assisi coniugato dalla testimonianza autentica di Fulvio e Annamaria Mannoia, fondatori dell’Arca di Nazaret, ai quali ben si addice il consiglio del santo frate: “Predicate il Vangelo sempre, se fosse necessario anche con le parole”; prima che relatori, Fulvio e Annamaria sono stati, infatti, testimoni, impegnati nella costruzione di una relazione autentica con i partecipanti, con i quali, fin da subito, hanno stretto legami di fraternità.

I coniugi Mannoia hanno invitato gli sposi ad accogliere l’invito “Famiglia, va’ e ripara la mia casa” (titolo delle catechesi e del libro di cui i Mannoia sono autori), ripartendo “dal noi, dalla propria casa, con la propria famiglia”, per vivere una comunione feconda che dalla propria dimora si diffonde nella Chiesa tutta”.

Necessario riscoprire le potenzialità del sacramento del matrimonio, “recuperare la comune–unione dei due sposi con lo Sposo (Cristo Gesù)”, hanno sottolineato i Mannoia.

Gli sposi vivono uniti ma ciò non basta: possono essere uniti ma non in comunione”, sono le parole di mons. Francesco Nolè che ha invitato i coniugi a riscoprirsi amici. “Non vi chiamo più servi, ma amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre ve l’ho rivelato”, dice Gesù ai discepoli e così tra voi sposi – ha continuato mons. Nolè – ci sia sempre un dialogo aperto e sincero. L’apice dell’amore è l’amicizia: svelare all’altro tutto se stesso e accogliere tutto dell’altro, mettendo al centro Cristo. Altrimenti non v’è comunione profonda, vera amicizia”.

Dal noi sposi al noi corpo mistico il passo è breve.

Capire e vivere profondamente l’una caro aiuta a riconoscersi unico corpo e a realizzare il sogno di Gesù, “che siamo uno”!

Nel regno dei cieli non sarete più mariti e mogli; saremo semplicemente tutti fratelli” – ha commentato il presule - ; “Tobia ringrazia il Signore perché gli ha donato Sara, una sorella!”

Riconoscersi fratelli, sangue dello stesso sangue, è il primo ed essenziale passo per essere veri cristiani e sposi autentici.

Nei giorni del ritiro delle famiglie, inoltre, anche i figli sono stati curati nella loro formazione, dallo splendido team degli educatori di “Animatema di Famiglia” dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano: non baby-sitter, ma educatori che attraverso attività di catechesi e gioco hanno accompagnato 35 bambini a percorrere con i loro piccoli passi la strada tracciata dal santo di Assisi, riflettendo sulla Laudato si’ di papa Francesco. Monica, Alessandra, Giulia, Chiara, Emilia, Elisabetta, Hilda, Michela, Ludovica, Giuseppe, Sara si sono spesi da mattina a sera per bambini e ragazzi perché anche per loro, e non solo per i genitori, il campo fosse un tempo di grazia da vivere per crescere nell’amicizia con Cristo e con i fratelli.

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