
Pallottole vicino alla Procura di Reggio Calabria, indagini in corso
Per gli inquirenti ci potrebbe essere lo zampino della ‘ndrangheta che tornerebbe a intimidire la magistratura.
È una questione diventata spinosa nelle ultime settimane, dopo la stretta annunciata dal comune di Reggio Calabria e la rimozione dei primi gazebo dal corso Garibaldi. Piena condivisione sull'azione amministrativa che punta al ripristino delle condizioni di decoro sulle strutture non a norma. La collaborazione proseguirà per la stesura di un piano per la riorganizzazione e l'aggiornamento delle modalità di gestione degli spazi all'aperto.
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Si è riunito questa mattina a Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria, un tavolo di confronto alla presenza dei rappresentanti dell'Amministrazione, con il Sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, l'Assessora alle Attività Produttive Angela Martino ed il Presidente della Commissione Sviluppo Economico Carmelo Versace, insieme al Presidente della Camera di Commercio Antonino Tramontana ed i rappresentanti delle associazioni di categoria Lorenzo Labate e Fabio Giubilo di Confcommercio, Claudio Aloisio e Gianfranco Laganà di Confesercenti, Giovanni Lagana della Cna, Carmelo Giordano di Casartigiani e Paolo Macheda di Confartigianato.
Il tavolo ha preso in esame la situazione riguardante i dehors delle attività commerciali presenti sul territorio cittadino, esprimendo piena e convinta condivisione nell'azione amministrativa gestionale volta al ripristino delle condizioni di decoro nei confronti delle strutture non a norma.
I rappresentanti dell'amministrazione e del mondo dell'impresa hanno ribadito reciprocamente la volontà di proseguire l'attività di collaborazione nell'ottica della stesura di un piano complessivo per la riorganizzazione degli spazi all'aperto a disposizione delle attività commerciali che preveda, tra le altre cose, l'aggiornamento della regolamentazione approvata precedentemente alla pandemia Covid.
Per gli inquirenti ci potrebbe essere lo zampino della ‘ndrangheta che tornerebbe a intimidire la magistratura.
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